La Forall Confezioni Spa, società legata allo storico marchio di abbigliamento Pal Zileri, ha comunicato la volontà di avviare la procedura di “cessazione attività” per lo stabilimento di Quinto Vicentino. A rischio ci sarebbero circa 250 posti di lavoro.
“Oggi si apre una grave crisi economica e sociale in Provincia di Vicenza – si legge nella nota diffusa dai sindacati dei tessili (Cgil e Cisl) -. La Direzione Aziendale di Forall, proprietaria dello storico marchio Pal Zileri che attualmente occupa più di 400 persone ci ha comunicato la volontà di procedere con la chiusura dell’attività produttiva. Scelta grave che le Organizzazioni Sindacali non possono condividere dato che non sono state vagliate altre soluzioni possibili per a salvaguardia dell’occupazione. Abbiamo quindi comunicato alle lavoratrici ed ai lavoratori che hanno appreso con sgomento questa notizia, convocandoli da subito in assemblea straordinaria e successivamente proclamando lo stato di agitazione con uno sciopero immediato. Vogliamo dare un segnale all’azienda che siamo disponibili al confronto per ricercare soluzioni per la salvaguardia dell’occupazione togliendo dal tavolo il tema della chiusura dell’azienda. A tal proposito abbiamo già contattato l’unità di crisi regionale per coinvolgere le istituzioni in una vertenza che si configura come la più grave in Provincia di Vicenza e per l’intero tessuto economico/ produttivo”.
La nota dell’azienda però sembra non lasciare spazio al dialogo: “Nel corso dell’incontro odierno, Forall Confezioni SpA, con estremo rammarico, ha informato i rappresentanti delle principali sigle sindacali e le RSU interne che la situazione di difficoltà in cui versa l’azienda purtroppo richiede interventi urgenti e non più differibili. La pandemia Covid-19, infatti, ha aggravato pesantemente la peggior crisi che abbia mai colpito il settore dell’abbigliamento formale maschile di alta gamma. Una crisi che perdura da anni e che ha già costretto a misure drastiche alcune delle più importanti aziende del comparto. Di fronte a una domanda che, secondo le stime, potrebbe ridursi globalmente di un ulteriore 45%, nello stabilimento di Quinto Vicentino si registra ormai un eccesso di capacità produttiva di quasi due terzi e anche la struttura amministrativa non è più sostenibile sotto il profilo dimensionale”.
Nella nota si legge ancora: “A livello finanziario, la drastica riduzione delle vendite e, quindi, degli incassi, ha causato una notevole sofferenza per Forall, acuita dalla difficoltà sempre crescente di reperire finanziamenti dal ceto bancario – e continua – .Nello spirito di trasparenza e collaborazione sempre adottato, Forall ha, quindi, ritenuto doveroso informare sindacati e RSU che, dopo aver vagliato tutte le possibili alternative con il supporto di primari advisor, l’unica soluzione possibile per assicurare un adeguato periodo di tutela ai lavoratori e, nel contempo, garantire un futuro a una parte dell’azienda, è l’adozione della cosiddetta procedura di “cessazione attività” per il ramo produttivo“.
Con questa procedura si potrebbeero “ottenere fino a dodici mesi di cassa integrazione straordinaria per i dipendenti di Forall, oltre al loro inserimento in programmi di politiche attive regionali finalizzati alla ricollocazione in nuove occupazioni. Inoltre, mentre il ramo produttivo di Forall, purtroppo, sarebbe coinvolto nella procedura, lo storico brand Pal Zileri potrebbe conoscere un nuovo futuro permettendo il mantenimento di alcune decine di posti di lavoro in ruoli non inerenti la produzione”.
In questo modo l’azienda crede di riuscire a “proseguire nella ricerca di un partner industriale interessato ad acquisire lo stabilimento di Quinto Vicentino, detentore di un know how unico. I contatti già avviati con importanti brand nazionali e internazionali richiedono ulteriore tempo per concretizzarsi. Tempo che, senza l’adozione della procedura, non sarebbe possibile avere”.
Le reazioni alla cessazione dell’attività non si sono fatte attendere: “L’annuncio della chiusura della Forall è un fulmine a ciel sereno, nonostante la problematica situazione aziendale. È un’impresa storica del territorio, che impiega oltre 400 lavoratori, a cui va aggiunto l’indotto: in un quadro economico già difficile, non possiamo permetterci una perdita di questo livello: occorre trovare una soluzione industriale per salvaguardare l’occupazione – commenta Giacomo Possamai, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale -. A nome di tutto il gruppo del PD esprimo la vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie, insieme all’impegno a portare in Consiglio questa vicenda. Non siamo a conoscenza dei motivi di una decisione così drastica, ma le istituzioni non possono accettare passivamente una situazione del genere: Regione e Governo convochino la proprietà quanto prima per aprire un dialogo e arrivare a una soluzione che eviti un altro dramma occupazionale».