A dirlo sono i dati di Adacta, riportati dal Corriere del Veneto: una impresa su due è in forte fragilità finanziaria e una su quattro in significativa tensione, dati doppi rispetto a prima del Covid. I ricavi dalla maggior parte dei settori sono diminuiti di oltre il 16% (escludendo farmaceutico ed alimentare), mentre altri ancora, alta moda, lusso e ricettività sono crollati anche del 40-50%.
“Nei governi ci sono consapevolezze e volontà d’intervento del tutto diverse. Ma più solide e mature sono anche banche e imprese, maggiormente responsabili sia nella gestione della propria finanza, che con clienti e fornitori“, commenta Paolo Masotti, partner dello studio Adacta di Vicenza e Ad di Adacta advisory.
Questo è quanto emerge dalla ricerca Performance Company Nordest, che Adacta ha realizzato sui bilanci 2019 di 22.500 aziende del Triveneto, con ricavi oltre 1 milione di euro nel 2019, per complessivi 326 miliardi di ricavi (un terzo solo dal manifatturiero che si dimostra trainante per il territorio).
Incrociando questi dati, con quelli dei ricercatori del Cerved, tenendo conto della previsioni Prometeia e del Centro studi di Confindustria, la prima cosa che salta all’occhio è come questa crisi abbia interrotto una catena positiva iniziata dopo il 2009. Il fatturato complessivo del 2020 passerà da 326 e 274 miliardi, anche se il Veneto (-16%) è riuscito a limitare in qualche modo i danni rispetto a Trentino Alto Adige (-16,4%) e al Friuli Venezia Giulia (-18,4%).
Come è stato ripetuto più volte, questa resta una crisi asimettrica, con settori in forte contrazione ed altri che invece sono cresciuti. “Credo che non ci sarà alternativa a continuare nella linea fin qui seguita – spiega Masotti -. Per il governo, ma anche lungo la linea di responsabilità percorsa da banche e imprese nei rapporti reciproci, in cui sono prevalsi il senso di responsabilità rispetto ai comportamenti speculativi. C’è in prospettiva un problema di forza relativa con cui le imprese usciranno da questa crisi. Ma andrà affrontato al momento giusto. Per ora è importante vedere come gli imprenditori a Nordest stiano vivendo questa fase come una sfida. Ben pochi hanno mollato“.