Il rapporto 2020 Unioncamere-Infocamere su iscrizioni e cancellazioni delle imprese del Veneto, ci dà un chiaro quadro di come la crisi economica, acuita dal Covid, abbia cambiato lo scenario imprenditoriale regionale. Sono state 292.308 le iscrizioni e 272.992 le cessazioni al Registro delle imprese nel 2020, con un saldo che fa segnare un +0,32%.
Un dato che seppur leggermente positivo però non deve far festeggiare dato che, sottolineano nel rapporto, gli effetti della crisi economica si faranno sentire in questi primi mesi del 2021 perché di solito le cancellazioni di attività dal Registro delle imprese si concentrano nei primi tre mesi dell’anno.
A fine dicembre 2020, pertanto, lo stock complessivo delle imprese esistenti ammontava a 6.078.031 unità. Rispetto all’anno precedente, quindi, la rilevazione Movimprese segnala che le iscrizioni sono diminuite del 17,2%. Parallelamente, le cessazioni hanno fatto segnare un calo del 16,4%.
La forte contrazione dei flussi di iscrizioni e cancellazioni delle imprese suggerisce dunque cautela nella quantificazione delle conseguenze del forzato rallentamento delle attività in molti settori economici. A stabilire l’entità degli effetti prodotti nel 2020 dalla crisi pandemica sul tessuto imprenditoriale, come già rilevato, sarà peraltro utile attendere le risultanze del primo trimestre dell’anno in corso.
E con il Veneto adesso in zona arancione i problemi e le difficoltà per le aziende aumentano, tanto che il Presidente di Unioncamere Veneto, Mario Pozza, aveva detto: “Non possiamo nascondere la nostra preoccupazione per le attività colpite da queste ulteriori restrizioni, in particolare bar, ristoranti, alberghi e mondo dello sci che sono alcune di quelle che pagano il conto più salato. Basti pensare che i prossimi mondiali di sci a Cortina saranno a porte chiuse. Per questo è fondamentale stanziare immediatamente dei ristori e farli arrivare sul territori in tempi brevi come chiesto dal Presidente Zaia. E insieme agli aiuti serve la cancellazione delle scadenze fiscali altrimenti le risorse stanziate saranno utilizzate per pagare le tasse”.