Secondo l’Huffpost, sarebbero oltre tremila le aziende italiane i cui dipendenti avrebbero ricevuto indebitamente la cassa integrazione per il Covid. Le 3075 aziende nel mirino degli ispettori Inps avrebbero assunto personale in maniera fittizia, prima del 17 marzo, quando era scattato appunto il decreto Cura Italia. Nel mezzo ci sarebbero pure imprese costituite apposta per poter sistemare parenti e amici.
Le aziende a rischio frode, nel 2019, erano 2300: 465 in Sicilia, 457 a Napoli e nel resto della Campania 185. Nel Lazio sarebbero 265, in Emilia-Romagna 238, 56 in Abruzzo, 119 in Calabria, 182 a Milano, 291 quelle di Roma, 20 in Friuli Venezia-Giulia, 15 in Liguria, 195 in Lombardia, 19 nelle Marche, 8 in Molise, 22 in Piemonte, 158 in Puglia, 55 in Sardegna, 139 in Toscana. Nella lista nera 27 aziende del Trentino, 42 di Bolzano, 85 dell’Umbria, 13 del Veneto e una in Valle d’Aosta.
Anche in Veneto si stanno facendo i controlli: “A livello territoriale è certo che la grandissima parte degli operatori economici ha operato correttamente – sottolinea Antonio Pone, direttore regionale Inps Veneto -. Il dato sul tiraggio della Cig in deroga, ad esempio, stimato inferiore al 50%, dimostra che, di norma, le aziende che potevano riprendere l’attività lo hanno fatto in chiaro, senza fruire di periodi già autorizzati ai quali avrebbero potuto accedere. Ovviamente, esistono le eccezioni e al fine di prevenirle, fungono opportunamente i controlli”.
“Solo il 10-15% di questi furbetti della cig sarebbero aziende del Nord, dato che la maggior parte si concentrerebbe nel Mezzogiorno. E questo malgrado nel Settentrione le imprese attive siano dieci volte di più di quelle del Sud, premiato anche dalla decontribuzione sulle assunzioni – evidenzia Enrico Zanetti, 47 anni, commercialista veneziano ed ex vice ministro all’economia del governo Renzi -. Oggi come in passato, l’assistenzialismo e gli aiuti a pioggia non pagano. Questo governo sbaglia strategia: dovrebbe sostenere in maniera decisa anche le imprese settentrionali, più frizzanti e pronte alla ripresa. Invece ha fatto poco. Il Meridionalismo nella politica oggi è vivo e vegeto, il Nordismo purtroppo è morto”.