Niente grigliate o gite fuori porta: per tantissimi lavoratori in tutta Italia, ferragosto è stata una giornata di protesta e mobilitazioni contro la delocalizzazione e i licenziamenti imposti da varie multinazionali.
Per il terzo anno i lavoratori della Whirlpool di Napoli hanno passato il ferragosto in fabbrica per rivendicare il diritto a far rinascere lo stabilimento di via Argine.” Abbiamo gli stessi diritti degli altri lavoratori, ma se una multinazionale si permette di non rispettare un accordo firmato al ministero, non c’è più diritto, ma un privilegio adottato di volta in volta. Ma Napoli non molla”, dice un lavoratore.
Per i 300 operai licenziati questo ferragosto non è una festa, ma un’occasione per mantenere viva l’attenzione sull’azienda che produceva lavatrici di alta gamma, il cui futuro e quello di tantissime famiglie adesso è appeso ad un filo.
Ferragosto in fabbrica anche per gli operai della GKN di Campi Bisenzio (Firenze) che protestano contro la chiusura dello stabilimento di componentistica per l’automotive e il licenziamento di 422 lavoratori.
Il covid ha sicuramente accelerato questi processi, ma lo Stato dov’è? Perché non si riescono a far rispettare gli accordi presi con il ministero? L’Italia così resta terra di conquista, prima sedotta, poi illusa e infine abbandonata.