Daniela Mapelli ha ufficializzato ieri la sua corsa per la carica di Rettore, prima donna a candidarsi nella storia dell’ateneo patavino. Originaria di Lecco, ma residente da anni a Padova, è docente di Neuropsicologia e attualmente ricopre l’incarico di prorettore con delega alla Didattica e ha dovuto quindi gestire tutta la complessa situazione dell’Università al tempo del covid.
I suoi concorrenti saranno Fabrizio Dughiero, docente di Ingegneria industriale e Patrizia Marzaro, ordinaria di Diritto Amministrativo. La data esatta delle elezioni non c’è ancora, ma si sa che si svolgeranno comunque verso la metà di giugno. Se dovesse spuntarla, sarebbe oltre che la prima candidata donna, anche la prima Rettrice e, la cosa non la scompone più di tanto perché come ci tiene a sottolineare, “la parità di genere, non si misura con la forma, ma con la sostanza, ossia con la competenza”.
E, proprio per la sua competenza è stata scelta nel 2015 dall’attuale Rettore, Rosario Rizzuto, per entrare a far parte della sua squadra, con la delega alla Didattica.
I prossimi sei anni, 2022-2027, saranno particolarmente complessi per chi verrà designato, per il momento cruciale della vita universitaria cittadina, impegnata nel proseguimento della creazione del nuovo ospedale nella zona di Padova est; con la costruzione del nuovo polo delle Scienze sociali all’ex caserma Piave; con la nuova scuola di Ingegneria in Fiera; con la futura sede della Scuola Galileiana e poi con le celebrazioni degli 800 anni di storia dell’ateneo.
“Vorrei rimettere al centro la persona, facendomi guidare da alcuni concetti chiave come la trasdisciplinarietà, intesa come contaminazione tra i saperi; la formazione continua, l’internazionalizzazione, e il trasferimento delle conoscenze accademiche sul territorio. E’ mia intenzione aumentare i finanziamenti destinati a quei progetti che coinvolgono più settori scientifici. E vorrei istituire dei pacchetti di competenze per chi è già laureato da tempo, ma desidera acquisire nuove conoscenze”.
Mapelli ci tiene a mettere in evidenza che dal 2015, a Padova, i corsi interamente in inglese sono passati da 9 a 33 e le matricole internazionali, sono passate da 320 a 1400. E questo oltreché arricchire i ragazzi che vengono da fuori, arricchisce anche gli studenti italiani, che hanno la possibilità di confrontarsi con culture diverse.
Per quanto riguarda il suo programma, Mapelli fa sapere che ci sono un centinaio di persone che stanno lavorando secondo sei grandi temi: Ricerca, Didattica, Terza Missione, Internazionalizzazione; Tecnologia e Benessere-inclusione.