Gli italiani amano il caffè e non hanno rinunciato a questa coccola nemmeno durante la quarantena. Ma come bere un buon caffè se non si può andare al bar? La soluzione l’ha trovala De’ Longhi che in questi ultimi mesi ha registrato un boom nella vendita delle macchinette. Basti pensare che in 6 mesi i guadagni sono aumentati di 43 milioni e il valore dell’azienda in borsa è cresciuto di 1,8 miliardi.
Risultati importanti che hanno spinto l’azienda ad allargare la produzione: da una parte aumentando l’organico e dall’altra inserendo, per la prima volta nella storia aziendale, turni straordinari il sabato pomeriggio, pagati il 90% in più, un’occasione che in tanti non si sono lasciati sfuggire in questo momento di difficoltà.
De’ Longhi è una delle due società venete ad avere guadagnato in Borsa da marzo a oggi poco meno del 78% (l’altra è Carel, +86%), mentre alla maggior parte delle altre non è andata così bene. A spiegare le ragioni di questo successo è un report della stessa azienda trevigiana: «Il secondo trimestre del 2020 è stato caratterizzato da alcuni fattori chiave. Si sono osservati, innanzitutto, una spinta a un maggior consumo di caffè in casa e a un aumento della propensione a dedicare del tempo alla preparazione dei cibi. Inoltre, sembra che i consumatori abbiano preferito investire in prodotti per la casa anziché in altre tipologie di acquisti. Il comparto dei prodotti per il caffè, che oggi rappresenta circa il 48% del business del Gruppo, ha registrato nel primo semestre del 2020 ricavi in aumento dell’11,5%».
Di pari passo quindi è aumento anche il volume delle vendite online, grazie a piattaforme quali Amazon, Alibaba e altre che hanno esportato le macchinette in ogni parte del mondo. Un successo tutto veneto di cui andare fieri.
Lucrezia Melissari