Nella notte tra il 6 e il 7 novembre il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto “decreto ristori bis” (un altro rispetto a quello di ottobre), che contiene nuove misure a sostegno di lavoratori e imprese, decise dopo le restrizioni imposte per contenere il dilagare del coronavirus e la conseguente divisione dell’Italia in aree gialle, arancioni e rosse, a seconda dell’andamento del contagio.
Il decreto, di cui ancora deve essere ancora pubblicato in Gazzetta il testo completo, ufficiale e definitivo, “interviene con un ulteriore stanziamento di risorse, destinato al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle restrizioni disposte a tutela della salute, al sostegno dei lavoratori in esse impiegati, nonché con ulteriori misure connesse all’emergenza in corso”, si legge in una nota.
Ecco come saranno divise le risorse:
Contributi a fondo perduto
Il comunicato spiega che “è previsto un ampliamento delle categorie di attività beneficiarie del contributo a fondo perduto”, rispetto a quelle previste dal decreto ristori e che per alcuni operatori già beneficiari del contributo penalizzati da ulteriori restrizioni il contributo sarà aumentato di un ulteriore 50%. I soldi saranno erogati con modalità simili a quelle del “decreto rilancio” e al più recente “decreto ristori”, cioè con bonifici bancari. Il sito del governo comunica anche che è stato istituito “un fondo per compensare le attività delle regioni che potrebbero venire interessate da future misure restrittive, per erogare futuri contributi in modo automatico”.
Credito d’imposta sugli affitti commerciali
Misura già presente nei precedenti decreti, ma che in base al “decreto ristori bis” sarà estesa “prevedendo un credito d’imposta cedibile al proprietario dell’immobile locato pari al 60% dell’affitto per ciascuno dei mesi di ottobre, novembre e dicembre”.
Sospensione dei versamenti
“Per i soggetti che esercitano attività economiche sospese è prevista – spiega il governo – la sospensione delle ritenute alla fonte e dei pagamenti IVA per il mese di novembre”.
IMU, contributi previdenziali, Ires e Irap
Il “decreto ristori bis” prevede anche nuove misure per la cancellazione – sempre a specifiche condizioni – della seconda rata dell’IMU, per la sospensione dei contributi previdenziali (in modo diverso a seconda della zona di rischio in cui si trova l’attività), e per il «rinvio del secondo acconto Ires e Irap per i soggetti a cui si applicano gli Isa [indicatori statistici introdotti dall’Agenzia delle Entrate]».
Bonus babysitter e congedo straordinario
Nelle regioni soggette alle maggiori restrizioni nelle quali sarà sospesa l’attività in presenza nelle scuole “viene previsto un bonus babysitter da 1.000 euro e, nel caso in cui la prestazione di lavoro non possa essere resa in modalità agile, il congedo straordinario con il riconoscimento di un’indennità pari al 50% della retribuzione mensile per i genitori lavoratori dipendenti”.
Altre misure di sostegno
Il decreto legge prevede anche misure a sostegno del terzo settore, delle filiera agricola, della pesca e della acquacoltura e per il trasporto pubblico locale.
Nei giorni scorsi si erano tenute le audizioni davanti alle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato con associazioni e sigle sindacali per tracciare come predisporre gli interventi di aiuto, dato che alcuni settori restavano esclusi, o solo parzialmente inseriti negli aiuti.
La difficoltà sarà gestire i vari interventi previsti dal decreto in relazione alle chiusure differenziate a livello locale, che potrebbero cambiare in base ai dati aggiornati dalle regioni, e inoltre si deve ancora partire anche con gli aiuti previsti già dal primo decreto ristori.
L’elenco degli esclusi dal primo Dl. ristori, di solo una settimana fa, è lunghissimo. Non solo quelli costretti a tirare giù la serranda, ma anche le categorie colpite di rimbalzo dal dpcm del 24 ottobre, dagli Ncc ai tassisti, fino ai bus turistici.
In parte il governo ha accolto le richieste delle categorie e ha allargato la lista dei beneficiari e ha inserito nuovi codici Ateco nell’elenco, ma da Confcommercio a Confartigianato arriva la proposta di superare il metodo basato sui codici Ateco, ragionando invece in una logica di filiere.
Confesercenti, invece, compila una vera e propria lista degli esclusi dal primo decreto: ci sono hotel, ristoranti, catering, le imprese che lavorano nell’industria dei matrimoni e pure gli agenti di commercio. L’Alleanza delle Cooperative parla di almeno 4.500 coop attive con 75mila occupati che rischiavano di restare escluse dai nuovi benefici. A chiedere aiuto, ovviamente, c’è anche tutto il settore del turismo, da Federturismo a Federalberghi, che denunciano cali di fatturato del 90%.
E poi ci sono partite Iva, cococo, operai agricoli a tempo determinato, colf e badanti, gli stagionali marittimi, gli autonomi iscritti alla gestione separata, i somministrati del turismo e alcuni autonomi dello spettacolo per i quali non è prevista l’indennità Covid e tutti hanno bisogno di aiuto.