Dall’1 agosto 2021 le grandi navi smetteranno di attraversare Venezia e i loro alti profili non si imporranno più sul bacino di San Marco che, per decreto, sarà monumento nazionale, come pure le vie d’acqua più importanti della città, il canale di San Marco e quello della Giudecca.
“Una giornata storica” commenta il ministro della cultura Franceschini lasciando palazzo Chigi, dopo il Consiglio dei ministri che ha dato l’ok al decreto Salva Venezia, “un impegno che avevo preso pubblicamente e che abbiamo rispettato”.
A tre giorni dall’avvio dell’assemblea annuale dell’Unesco, che quest’anno si terrà in Cina, l’Italia risponde così al diktat arrivato nero su bianco qualche settimana fa dai tecnici dell’organizzazione delle Nazioni Unite che chiedevano di prendere provvedimenti in merito alla situazione.
Si evita così che Venezia finisca nella black list dell’Unesco, risparmiandoci una figuraccia che non avrebbe fatto bene al Paese. Una svolta a lungo attesa, dopo decenni di battaglie e di polemiche. Ma quest’ultime non sono certo destinate a finire.
È pur vero che il Governo si è fatto carico di offrire una serie di compensazioni “in favore delle compagnie di navigazione, del gestore del terminal di approdo interessati dal divieto di transito, delle imprese titolari di contratti d’appalto di attività comprese nel ciclo operativo di detto gestore e dei lavoratori dei comparti della navigazione e della logistica connessa al transito delle navi nelle vie urbane d’acqua”, ma non tutti sono contenti.
Il Decreto sulle Grandi navi varato dal governo “di fatto cancella arbitrariamente la possibilità di utilizzo del terminal di Marittima in concessione a VTP fino al 2025, come bene strumentale al servizio di interesse generale per la movimentazione dei passeggeri nel porto di Venezia”. È la dura replica della Venezia Terminal Passeggeri.
“Stanti gli stringenti limiti indicati – prosegue la comunicazione -,quasi nessuna nave che scalava a Venezia potrà accedere alla Marittima; il decreto di fatto cancella la concessione in modo unilaterale, violando norme nazionali e comunitarie”.
Più caute le compagnie crocieristiche: “Accogliamo positivamente la decisione del Governo perché si registra un tangibile progresso sul fronte degli accosti diffusi. Da dieci anni chiediamo di poter mandare altrove le navi: non è vero che difendiamo con le unghie e con i denti il transito dal canale della Giudecca. E finalmente con la nomina di un commissario ad hoc c’è la prospettiva concreta di avere gli accosti alternativi a Marghera operativi per la stagione 2022”. Francesco Galietti, direttore per l’Italia di Clia, l’associazione internazionale delle compagnie crocieristiche.
“Il disegno complessivo è positivo. Dopodiché l’applicazione immediata con meno di 3 settimane di preavviso comporta una botta per una pluralità di soggetti: bisogna vedere quanto gli ammortizzatori previsti per gli operatori del settore sapranno mitigarla”, aggiunge Galietti. Le compagnie crocieristiche che avevano previsto toccate a Venezia, dovranno infatti trovare in fretta approdi alternativi, in attesa dell’adeguamento dell’area di Marghera. “Alcune riusciranno a reindirizzare le navi a Trieste, Monfalcone e Ravenna, altre dovranno cancellare del tutto gli scali. Per questo bisogna vedere come funzionerà il meccanismo di indennizzo”.
A gestire la complessa operazione sarà il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale di Venezia, Fulvio Lino Di Blasio, nominato Commissario Straordinario. Intanto va anche avanti il concorso di idee per individuare punti di attracco definitivi fuori dalle acque protette della laguna. Un progetto per il quale il governo ha stanziato 2,2 milioni con il primo decreto convertito in legge il 12 maggio. La call internazionale, articolata in due fasi, si dovrebbe concludere a dicembre 2022 e per conoscere il progetto vincitore bisognerà aspettare la fine di giugno del 2023, tempi lunghi per trovare quindi una soluzione che metta davvero la parola fine.
Il ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini, ha puntualizzato che sono stati messi a disposizione “157 milioni di investimenti per realizzare gli approdi temporanei all’interno dell’area di Marghera”. E da Palazzo Chigi arriva anche la rassicurazione che “si concluderanno i lavori di completamento del Mose e si realizzerà in tempi brevi l’Autorità della Laguna con la rinascita del Magistrato alle acque”. Tutto troppo bello per essere vero, vien quasi da pensare.
Dal comune parlano di una soluzione “che il sindaco Luigi Brugnaro chiedeva da 12 anni, da quando rappresentava la Confindustria veneziana”, il presidente veneto Zaia definisce il decreto “un segnale positivo per l’Unesco e la platea internazionale”.
L.M.