Ritorna a Taglio di Po (Rovigo), Alessio B., apprezzato artista di fama internazionale, di origini padovane, in occasione dell’ottava edizione di DeltArte.
DeltArte – il delta della Creatività nasce nel 2012 da un’idea della curatrice indipendente e storica dell’arte Melania Ruggini. Il progetto vince la prima edizione del bando Culturalmente – Nuovi Linguaggi d’Arte indetto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, capofila l’associazione Centro Studi Agnese Baggio di Adria (RO).
Nel corso delle varie edizioni, il festival si specializza nella street art e il progetto assume come principale obiettivo la creazione di un museo diffuso di arte urbana, di cui il territorio è espressione evidente con le sue peculiari caratteristiche. Al suo attivo il festival ha una cinquantina di murales realizzati nella provincia di Padova, Rovigo e Ferrara.
Alessio B.questa volta ha lasciato la sua firma di fronte alla Biblioteca Comunale in via Oroboni 7. Sul muro ha realizzato un’immagine molto suggestiva, una bimba intenta a leggere, seduta su una pila di libri, dalle cui pagine spiccano il volo delle farfalle, il cui titolo è “Fairy tail”.
“L’energia di una giovane mente che legge si abbina all’energia green che è metaforicamente rappresentata dalle evocative farfalle in volo – commenta la curatrice del festival, Melania Ruggini.
“L’ecosostenibilità si sposa con la cultura e in particolare con l’arte urbana – commenta il vicesindaco Alberto Fioravanti -. Taglio di Po sta diventando la città della street art grazie al festival DeltArte che ha realizzato i murales di Alessandra Carloni, Centocanesio, Melinda Sefcic, Riccardo Buonafede e ora il famosissimo Alessio B. Siamo molto felici di promuovere questo tipo di arte che possono apprezzare tutti i cittadini, indistintamente e che va ad abbellire gli angoli della nostra città”.
La curatrice conclude con questa riflessione: “Un ulteriore vanto è sapere che per prima ho introdotto la street art in Polesine, dando nuova vita a quartieri grigi, rotatorie anonime, periferie urbane dimenticate grazie a queste opere. Sono molto felice di aver portato questa forma d’arte popolare e diretta in un territorio spesso dimenticato e non ancora valorizzato come dovrebbe, ed è gratificante essere stati presi ad esempio da altri festival che ora propongono il nostro format in capoluoghi che a malapena conoscevano i linguaggi della contemporaneità. Ulteriore indice della qualità di questa operazione culturale che sta diventando museo a cielo aperto, da visitare tutto l’anno”.