Enrico Moretti Polegato, traccia sulle pagine del Corriere l’andamento della sua Diadora nell’annus horribilis della pandemia, sintetizzando tutto in pochi punti: “Abbiamo tenuto, nonostante il covid; siamo andati meglio di tanti nostri concorrenti; il segmento sneakers è in crescita costante a livello globale e, il fatturato, anche se leggermente inferiore, rispetto all’anno precedente, non ha creato ripercussioni a livello occupazionale o produttivo”.
Diadora, azienda storica della pedemontana veneta, dove dai tempi della Grande Guerra si era diffusa la tradizione della produzione di calzature militari per supportare i soldati al fronte, venne fondata da Marcello Danieli nel 1948, a Caerano San Marco, come azienda specializzata in scarponi da montagna, che si impose al mondo, come marchio internazionale dello sport, negli anni Settanta, in particolare con Montreal 1976, attraverso una serie di sponsorizzazioni strategiche di campioni del tennis e del calcio. Successivamente, dopo una serie di vicissitudini dovute probabilmente ad uno sviluppo troppo repentino ed intenso, venne ceduta dal curatore fallimentare alla finanziaria dei Moretti Polegato, della Geox di Montebelluna. Nel 2016 l’azienda venne dichiarata ristrutturata e risanata dall’attuale amministratore delegato Enrico Moretti Polegato.
“Certo, i primi mesi della pandemia sono stati molto difficili anche per Diadora”, ma subito dopo sono subentrati una serie di fattori che hanno permesso di far registrare comunque una crescita: i nuovi mercati come Stati uniti e Benelux; le vendite online che sono aumentate del 40%; e la crescita del comparto ‘running’.
Come ha voluto sottolineare Moretti Polegato, non c’è stato bisogno di ricorrere alla holding Lir, la cassaforte di famiglia, fortemente impegnata nel settore della transizione energetica, “oggi Diadora si regge sulle proprie gambe: abbiamo prodotto cassa anche nel 2020. L’azienda ha avviato il progetto per portare l’e-commerce in casa dalla metà del 2021”.
L’aver investito nel mondo della corsa si è rivelato un’ottima scelta, anche in tempi di covid, che ha cambiato le passioni e il modo di fare sport. L’ultimo modello di scarpa lanciato negli Stati Uniti, Mythos Blushield Volo, è andato esaurito nel giro di poche ore e, anche in Italia le vendite all’ingrosso, registrano una crescita costante del marchio.
“Quando mi chiedono quale sarà la Diadora di domani, dico che la immagino sempre più orientata verso prodotti di fascia alta e focalizzati sullo sport”.
Diadora è un’azienda molto impegnata anche sul fronte dello sviluppo sostenibile e responsabile e per questo sta per ricevere il terzo riconoscimento “Gold Medal Ecovadis”, che le permette di piazzarsi nel novero ristretto del 5% dei top performers nell’ambito della sostenibilità, tra le oltre 63mila aziende valutate, di 160 Paesi.