Dimissionario da sabato scorso, Edoardo Gaffeo, dopo giorni di silenzio, ieri ha finalmente deciso di parlare con la stampa e, lo ha fatto con la pacatezza e il garbo che lo contraddistinguono. Fermo nella sua posizione, non ha avanzato alcuna richiesta, perché consapevole che le proposte, a questo punto, devono arrivare dagli altri, da quelli che hanno fatto saltare la sua maggioranza, sulla mozione della nuova sede del Tribunale cittadino.
“Ci sono delle regole in democrazia: non si può stare un po’ in maggioranza e un po’ all’opposizione. Serve coerenza. Io non detto condizioni, attendo proposte. Non chiedo dimissioni, ma una semplice presa di posizione non è più sufficiente”, ha ribadito Gaffeo.
Due voti distinti e consecutivi in assenza di maggioranza consigliare sono troppi: per ben due volte infatti una parte della maggioranza ha votato contro se stessa, permettendo alla minoranza il ribaltamento della maggioranza stessa e, “quando ci si rende conto di non rappresentare più la maggioranza, bisogna avere il coraggio di essere coerenti e di dimettersi”, ha affermato con delusione il Sindaco.
Nel frattempo i vertici nazionali del Partito Democratico sono entrati a gamba tesa “nell’affaire rodigino”, schierando Achille Variati, considerato uno dei padri nobili dei dem veneti, per cercare di ricomporre la situazione, ma non nelle vesti di commissario, come ha voluto sottolineare lo stesso Variati, semmai più nel ruolo di un “facilitatore”, ovvero di colui che deve mediare tra le aspettative del Primo Cittadino, quelle dei “dissidenti” e quelle dei dem rimasti schierati con Gaffeo. Il grande rammarico del Sindaco è che, nei prossimi giorni, quando il Comune siederà al tavolo fondamentale per la decisione sulla nuova sede del Tribunale, potrebbe non esserci alcuna indicazione da parte del consiglio comunale.
Intano Variati, voluto in prima persona da Enrico Letta e da Francesco Boccia, responsabile degli Enti Locali, è già al lavoro, nel tentativo di ricucire lo strappo all’interno del PD locale e di convincere il Sindaco a ritirare le sue dimissioni, forte della sua esperienza di sindaco di Vicenza per 15 anni, di sottosegretario dell’Interno, di presidente Upi, l’unione delle province italiane e da ieri anche della presidenza del consiglio di Ali, le autonomie locali italiane.
Gaffeo ha concluso ribadendo che da parte sua la voglia e la forza “per risalire dal precipizio, ci sono tutte”, sgombrando così il campo anche dalle celate motivazioni di salute, che secondo alcuni starebbero dietro alla sua scelta di dimettersi: “non c’è nulla di cui vergognarsi nell’aver avuto e nell’avere tuttora problemi di salute, anche gravi, ma ciò non vuol dire che io non abbia dedicato tempo ed energie al mio lavoro di sindaco”.
Edoardo Gaffeo ha ricevuto dimostrazioni di affetto e vicinanza da molti colleghi, che lo stimano e che sperano che possa ritrovare l’armonia e la lealtà di cui ha bisogno per riprendere il suo mandato.