A Rovigo, dopo il lungo silenzio stampa del sindaco dimissionario Edoardo Gaffeo, tutti attendono con trepidazione l’appuntamento di domani sul canale Youtube del Comune per ascoltare dalla sua voce le ragioni delle dimissioni.
Le persone più vicine al Sindaco dicono che si tratterà di una specie di “operazione verità”, ovvero della narrazione passo dopo passo dei passaggi che lo hanno portato alla sofferta decisione. Altri invece sono convinti che la conferenza del Sindaco si trasformerà in una resa dei conti, attraverso la quale lui detterà le condizioni per il ritiro delle sue dimissioni, arrivando anche a chiedere le teste dei dissidenti, pena le elezioni autunnali.
Intanto la questione è arrivata fino a Roma, perchè all’interno del Partito Democratico rodigino, dopo la spaccatura sulla mozione per la vicenda della nuova sede del Tribunale, sono volati gli stracci, con scambi di accuse al limite dell’infamia, “squadrista”, “nana”, “cicciona”, “traditore”. Ora spetterà al segretario nazionale Enrico Letta ricomporre le due anime del partito.
Sembra addirittura che giri su Facebook un fotomontaggio con le quattro “traditrici”, raffigurate come Giuda, attorno alla figura di Enrico Letta. Ma tutto sommato Rovigo va fiera delle sue lotte, ne fa quasi un tratto distintivo, dopotutto questa è la terra di Giacomo Matteotti e, non per niente in questi giorni è stata definita “la città mangia sindaci”, tre di seguito, in sette anni, se non dovessero rientrare le dimissioni di Gaffeo, che con questo laconico messaggio ha comunque lasciato una porta aperta: “conosco la gravità di quello che ho fatto, è stata una decisione sofferta, ma dovuta. È venuta a mancare la maggioranza eletta e ho tratto le conseguenze. Se ci saranno le condizioni di una ricomposizione, sarò disponibile”.