In Italia una proposta di legge a favore del diritto alla disconnessione potrebbe cambiare tutte le carte in tavola per i lavoratori.
In molti Paesi europei il diritto alla disconnessione è già attivo, e tutela i lavoratori dalle telefonate, mail e richieste dei datori di lavoro al di fuori dell’orario d’ufficio. In Italia una legge del genere non c’è ancora, ma finalmente è stata presentata una proposta di legge in questo senso, e potrebbe cambiare totalmente l’approccio al lavoro.
Diritto alla disconnessione
Possiamo dire a gran voce che sta finendo l’era del lavoro H24. Questo, grazie al diritto alla disconnessione, che il Parlamento europeo ha riconosciuto come un diritto fondamentale già nel 2021. Paesi come Francia, Spagna, Belgio e Irlanda lo hanno già adottato, ma in Italia non c’è ancora una legge che ne parli espressamente. Nel 2017 da noi è stato introdotto il lavoro agile, ma non è certo la stessa cosa. Le cose però potrebbero cambiare presto, perchè il deputato Arturo Scotto, del PD, ha presentato una proposta di legge alla Camera, chiamata proprio “Lavoro, poi stacco”.
Si tratta di una proposta che vuole tutelare la nuova cultura del lavoro che sta nascendo, il work-life balance e il tempo libero dei lavoratori. Avere un buon equilibrio tra vita privata e lavorativa infatti, influisce positivamente, come è evidente dai risultati degli altri Paesi in questo senso, sulla produttività e sulla qualità della vita, e una legge che tuteli tutto questo è a dir poco necessaria. Questa proposta si scontra direttamente con la reperibilità continua e le retribuzioni troppo basse per le tante ore di lavoro svolte, ed è supportata anche da L’asSociata, una realtà giovanile che questi temi li ha molto a cuore.
Multe salate per i datori di lavoro
L’obiettivo principale della proposta di legge di Scotto è tutelare i lavoratori quando hanno finito di lavorare, per consentire loro di staccare dal lavoro e non doverci più pensare fino al nuovo turno. Questo, all’atto pratico, si traduce nel diritto, per loro, di non ricevere comunicazioni aziendali al di fuori dell’orario di lavoro, chiamate, messaggi o email. La disconnessione, stando al testo della proposta, deve avere un periodo minimo di 12 ore consecutive, e includerà anche le comunicazioni più urgenti, che si dovranno gestire solo durante le ore lavorative.
Si tratta di una proposta che vuole tutelare sia i dipendenti che i liberi professionisti, nel loro caso dalle richieste dei clienti. Per rendere il diritto alla disconnessione davvero efficace, i codici deontologici dovranno cambiare, e ci saranno 6 mesi a disposizione per farlo, dopo l’approvazione della legge. La proposta prevede, infine, anche delle multe per chi non la rispetta: le sanzioni andranno da 500 a 3.000 euro per ogni lavoratore.