Disgelo tra il Presidente Bonomi e il premier Conte, durante l’Assemblea di Confindustria:”Abbiamo una grandissima sfida, non abbiamo alternative, dobbiamo vincerla e lo possiamo fare solo tutti insieme”, così ha concluso il suo intervento il capo del governo.
Dopo le continue richieste degli industriali pare che alla fine il governo abbia iniziato un cambio di rotta: “Ci doteremo per il nostro piano di ripresa e resilienza di uno strumento normativo ad hoc, non c’è altra strada. Una struttura dedicata con norme specifiche e soggetti attuatori dedicati che ci garantisca trasparenza e tempi di attuazione certi”, afferma Conte.
Gli fa eco, il presidente degli industriali Carlo Bonomi, che delinea quale dovrebbero essere le direttrici di intervento del governo: “Serve un nuovo grande patto per l’Italia. Dopo 25 anni di stasi bisogna puntare su una nuova produttività. È su questo concetto ampio di produttività che si devono concentrare le azioni e le politiche dei prossimi anni, con l’obiettivo di massimizzare il ruolo di motore dello sviluppo del sistema delle imprese e del lavoro, e dare nuova centralità alla manifatture”.
E Bonomi rivolto direttamente a Conte dice: “Questo è il patto che chiediamo al Governo di scrivere“, con Confindustria e con tutte le parti sociali; un patto che richiede “una visione alta e lungimirante”, perché “servono scelte per l’Italia del futuro. Scelte anche controvento. Serve il coraggio del futuro”.
E ha continuato: “Presidente, lei ha detto: ‘se sbaglio sull’utilizzo del Recovery Fund, mandatemi a casa’. No, signor presidente. Se si fallisce, nei pochi mesi che ormai che ci separano dalla definizione delle misure da presentare in Europa, non va a casa solo lei. Andiamo a casa tutti. Il danno per il Paese sarebbe immenso. Non ce lo possiamo permettere. È tempo di una azione comune, oppure non sarà un’azione efficace”.
Il leader degli industriali ha inoltre sottolineato: “Serve una rotta precisa per dare significato complessivo alle misure, e per tracciare la rotta serve un approdo sicuro” e “una profonda” riforma degli ammortizzatori sociali, tema sul quale “abbiamo inviato a metà luglio a governo e sindacati una proposta dettagliata, cui finora non abbiamo visto seguito”.
Il messaggio che emerge è uno: la partita da giocare sarà impegnativa, ma se si fa squadra, si può portare a casa la vittoria, o almeno sperare in un pareggio.