Nella crisi economica esplosa con la pandemia, che ha numeri senza precedenti nella storia del Paese, si è levato un grido d’allarme da un altro importante settore dell’economia veneta, che ha subito un contraccolpo drammatico, quello del distretto della Giostra del Polesine, che esporta il 90% della sua produzione.
Tra due piccoli comuni lungo il Po, Bergantino e Melara, nel cuore del Polesine, ha il suo fulcro il distretto veneto della Giostra, dove sopravvivono tradizioni artigiane secolari, divenute nel tempo un’eccellenza a livello mondiale.
Un paese dei balocchi, tra sogni e svaghi, che affonda le sue radici nel Medioevo, ma che è diventato un’attività tipica locale dal secondo Dopoguerra, offrendo un’alternativa a molti di quelli che erano costretti ad emigrare per necessità, per poi fare il grande salto di qualità attorno agli anni 60’, con la nascita dei primi lunapark e attraverso i progressi della tecnologia, che hanno creato le premesse per far decollare una vera e propria industria delle “strutture di divertimento”, fiore all’occhiello dell’economia veneta.
Oltre al Rodigino, il distretto coinvolge infatti anche una quarantina di comuni tra Vicentino, Padovano, Veronese e Trevigiano, con un centinaio di aziende e circa 3000 addetti, con un fatturato di 250 milioni di euro e una quota di export del 90%. Un distretto caratterizzato da tradizione, professionalità e tecnologia, che investe costantemente in ricerca e innovazione, intrattenendo rapporti con Università, Centri di Ricerca e persino con la Nasa, per tutto ciò che concerne la sicurezza.
Dietro ad ogni giostra, che è un oggetto estremamente complesso, esiste un mondo sofisticato fatto di design, meccanica, ingegneria, idraulica ed elettronica. Come sottolineava tempo addietro, Franco Cestonaro, rappresentante del Distretto Veneto della Giostra e responsabile Area Economica e Reti di Impresa di CNA di Rovigo, “noi non costruiamo solo giostre, ma costruiamo emozioni. Noi mettiamo nelle nostre giostre anima e cuore, altri solo acciaio e plastica, questo è il valore aggiunto che ci differenzia dai nostri competitor internazionali”.
Ma adesso la crisi è arrivata anche qui e sta mettendo in difficoltà tutto il settore: alcune aziende sono già state costrette a chiudere e le altre si stanno barcamenando tra cassa integrazione e turnazione del personale. Il distretto chiede al governo e alle banche di essere aiutato e sostenuto.