Nel 2009 le Dolomiti sono state iscritte nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco e, successivamente, nel 2010, è stata istituita la Fondazione Dolomiti Unesco, come luogo di confronto e condivisione delle strategie, tra gli enti che ne fanno parte: le Province autonome di Bolzano e Trento, la Provincia di Belluno, la Regione Veneto, le Province di Udine e Pordenone e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
Da oltre un anno e mezzo, la Fondazione Dolomiti, la Commissione italiana per l’Unesco, il Centro del Patrimonio Mondiale e il Ministero dell’Ambiente stanno chiedendo formalmente alla Regione Veneto, le carte del progetto dei nuovi impianti di collegamento, che in vista delle Olimpiadi 2026, dovrebbero unire Cortina, Arabba ed Alleghe, dando così vita al più grande carosello sciistico europeo, senza però ricevere alcuna risposta.
E, cosa ancor più curiosa, come riportava anche il Corriere del Veneto nei giorni scorsi, la Regione oltre a considerare l’operazione “come principale progetto di rinascita della Montagna veneta”, farebbe parte del gruppo di finanziatori del progetto, oltreché essere membro del consiglio di amministrazione della Fondazione!
All’interno della Fondazione, ma non solo, sta montando la preoccupazione che l’Unesco possa arrivare a ritirare il prestigioso riconoscimento. L’assessore alla Montagna, Federico Caner, ha fatto semplicemente sapere di “ritenere prematura qualunque dichiarazione al riguardo”.
Per quanto riguarda invece la cordata di imprenditori del settore, cappeggiati da Mario Vascellari, che oltre a gestire gli impianti della Marmolada, è anche l’ideatore del progetto, non hanno rilasciato alcuna dichiarazione sulla questione. Si sa che ci sono delle proteste di gruppi ambientalisti, tra i quali Mountain Wilderness e di alcuni amministratori, tra i quali Leondro Grones, sindaco di Livinallongo, che lamenta “il mancato rispetto dei luoghi memoria della Grande Guerra”.
La prima tranche di lavori, che riguarda il tratto Pocol- Cinque Torri, che era già stato inserito nel Piano di interventi dei Mondiali di Cortina 2021, non è stato ancora completato, ma almeno ci si sta lavorando; ma per il secondo tratto, che dovrebbe collegare le Cinque Torri ad Arabba, non si sa ancora nulla, non si conoscono le stazioni di partenza e arrivo né i tracciati.
Si sa solo che il costo delle opere dovrebbe aggirarsi attorno ai 64 milioni di euro, per metà pagati dai privati e per il resto da finanziare attraverso fondi pubblici, probabilmente quelli del Recovery fund, per un progetto ribattezzato “Dolomiti No Cars”, in un’ottica di mobilità sostenibile, secondo la quale, turisti e villeggianti, anziché spostarsi in macchina, dovrebbero muoversi da una valle all’altra attraverso i nuovi impianti a fune.
Informazioni troppo vaghe e sommarie per la Fondazione, che era stata concepita proprio per tutelare le Dolomiti come Patrimonio dell’Unesco, “per la loro importanza geologica e geomorfologica, ma anche per l’aspetto estetico e paesaggistico”. I tracciati degli impianti andrebbero ad incunearsi in aree di massima protezione, all’interno delle quali, nel 2009, era stato preso l’impegno di non costruire più nulla, proprio per non rischiare di andare a compromettere il paesaggio d’insieme. L’Unesco ha dato, ma potrebbe anche decidere di togliere.