Mentre nell’Italia preda delle restrizioni e delle chiusure, recarsi nei luoghi di culto è almeno, ancora permesso, nel mondo vi è chi rischia la vita per andare ad assistere ad una messa.
La piaga della violenza contro i cristiani è purtroppo cosa nota; e un nuovo, triste capitolo di questa persecuzione viene questa volta dall’Indonesia. Una domenica di sangue, fortunatamente senza vittime accertate, ma che ha visto 14 fedeli rimanere feriti dopo un attentato suicida.
Secondo le prime fonti locali, un uomo (forse con un complice) si è fatto esplodere all’ingresso della cattedrale della città di Makassar. La chiesa era piena di fedeli che celebravano la Domenica delle Palme e l’inizio della Settimana Santa. Una strage sfiorata; che poteva avere un bilancio ben più tragico.
Le autorità locali hanno subito definito “terrorista” la matrice dell’attentato. L’Indonesia, il più popoloso Paese musulmano al mondo, riscontra saltuariamente, ma con drammatica regolarità, problemi con l’integralismo islamico. Celebre rimase, nel 2002, uno spaventoso attentato nell’isola di Bali. In quell’occasione, le vittime della follia islamista furono oltre 200.
Federico Kapnist