A volte basta girare le cose e guardarle da un’altra prospettiva e, all’improvviso, tutto sembra cambiare…e così la nomina dei quattro ministri veneti, ma soprattutto quelle di Renato Brunetta, alla Pubblica Amministrazione e di Giancarlo Giorgetti, allo sviluppo Economico lasciano ben sperare per Venezia, con tutte le sue questioni in sospeso, dal Mose all’Autorità della Laguna, dalle crociere alla legge speciale, dal Porto alle grandi navi.
Ma soprattutto il turismo, con i continui appelli di un settore ormai in ginocchio a causa di una pandemia che ha letteralmente svuotato la città. Così, il ritorno di un ministero per il Turismo, con a capo il leghista Massimo Garavaglia, potrebbe essere il volano per il grande rilancio della città.
Il sindaco Luigi Brugnaro guarda al nuovo governo con fiducia ritrovata, considerando le scelte di Mario Draghi, significative e di spessore. In particolare, è il suo stretto legame con Brunetta, che era stato suo sponsor elettorale nel 2015 e con Giorgetti, con il quale, tra l’altro, condividono anche delle passioni sportive, che lo fanno ben sperare, sapendo che entrambi diventeranno punto di riferimento per tutte le vicende veneziane aperte, che sono molte.
Il sindaco apprezza molto anche le riconferme di Lamorgese e Franceschini e le nomine di Enrico Giovannini alle Infrastrutture e di Roberto Cingolani alla Transizione Ecologica, due ministeri fondamentali per il futuro di Venezia. Anche il bellunese Daniele Franco, neo ministro dell’Economia, già conosciuto e stimato, potrebbe fare la differenza sulla questione dei finanziamenti, perché in passato, pur in un altro ruolo, aveva autorizzato il via libera per i fondi per il porto off-shore, proposto da Paolo Costa, firmando 256 milioni di legge speciale e sponsorizzando il G20 dell’economia a Venezia.
“Il dossier Venezia è sempre aperto, ma la priorità è lo sblocco dei 530 milioni per il Mose e, subito dopo la nomina del presidente della nuova Autorità”, fa sapere il deputato Nicola Pellicani.
Altra questione in sospeso è quella delle nomine, perché il nuovo governo, riapre il toto-nomi: il commissario Elisabetta Spitz, data ormai quasi certa per la presidenza dell’Autorità della Laguna, ora così certa non è più; poi c’è la vicenda del Porto, dove era stato dato l’interim a Cinzia Zincone, dopo il trasferimento di Pino Musolino a Civitavecchia, che però è anche provveditore alle Opere Pubbliche e che andrà in pensione a novembre.
Venezia potrebbe così riuscire a liberarsi dal ruolo di Cenerentola nel quale era stata relegata.