A pagare per le restrizioni imposte dal Dpcm sono anche le autostrade, che vedono, come mai era successo prima, il traffico fortemente diminuito: si calcola che dal 26 ottobre, nel tratto veneto, ci siano stati 52 mila mezzi in meno.
D’altro canto con spostamenti ridotti, conferenze online e telelavoro, le ragioni per uscire diventano sempre meno e quindi il traffico in autostrada diminuisce.
“Il calo c’è – commenta Cav (Concessioni Autostradali Venete) – anche se non si è ancora stabilizzato”. In particolare nel confronto con il 2019, quest’anno si sono spostati mezzo milione di veicoli in meno.
Le ragioni di questi dati sono da ricondursi ai Dpcm che si sono succeduti da quando è scoppiata l’emergenza Covid, e se da una parte meno auto in strada si traduce in meno inquinamento, il problema sono gli indotti del settore che sono diminuiti.
E non solo questo: ci sono i parcheggi vuoti, meno multe e quindi anche ai comuni vengono a mancare una serie di entrate che prima erano importanti per le casse cittadine.
In molto stanno già analizzando come potrebbe evolversi la mobilità post-Covid e come cambieranno di conseguenza le abitudini di consumo. Tutto questo però resta ancora un’incognita, ma quello che sappiamo è che lo stato di perenne incertezza in cui stiamo vivendo non fa altro che contrarre i consumi e rendere ancora più fragile l’economia.