Nelle scorse ore, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm, in vigore dal 4 dicembre al 15 gennaio, ma tra i presidenti di regione i malumori non si sono fatti attendere.
Non ha risparmiato critiche al provvedimento anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, che non solo lamenta di aver ricevuto il testo al 2 di notte (tra mercoledì e giovedì), ma parla anche di scorrettezza istituzionale: “Ormai tutte le decisioni vengono prese sopra le nostre teste, non c’è più alcuna condivisione sulle misure da adottare”.
Il documento, spedito dal presidente della conferenza delle regioni, Stefano Bonaccini, al premier Conte e la ministro Speranza, esprime “stupore e rammarico” e lamenta il poco tempo a disposizione che “non ha consentito di portare all’individuazione delle soluzioni più idonee”.
Altra nota dolente il fatto che il Dpcm non contenga la norma sui ristori alle attività danneggiate dal Covid, manchi chiarezza sulla ripartenza per scuola e impianti di sci, dal 7 gennaio, e soprattutto non suggerisca azioni concrete per arginare i contagi.
Contro la posizioni dei presidenti di regione si è schierato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Andrea Martella: “È chiaro che tutti vorremo celebrare un Natale normale, ma purtroppo la situazione d’emergenza non consente leggerezze. I mille morti di oggi (ieri ndr) rendono assurdo il dibattuto e le contestazioni di queste ore”.
E continua sottolineando che: “Il Veneto è la seconda regione per contagi, a distacco minimo dalla Lombardia. Bisognerebbe evitare polemiche e tenere alta la guardia. Dobbiamo evitare che il Natale si trasformi nella promessa della terza ondata”.
Zaia, che insieme a Toti, Fontana ed altri continua a chiedere delle correzioni, si è detto in particolare contrario al divieto di spostamento tra Comuni “che penalizza soprattutto i piccoli paesi come i nostri e non ha alcun senso dal punto di vista epidemiologico”. Tanto per dare dei numeri basti sapere che in Veneto il 51% dei Comuni ha meno di 5mila abitanti, 287 su 563, il che limiterebbe la mobilità di tante persone.
Intanto il governatore del Veneto ha annunciato che per adesso non rinnoverà l’ordinanza della zona “gialla plus”. Da domenica quindi riaprono i negozi di vicinato e le medie e grandi strutture di vendita, torna la possibilità di consumare in piedi al bar e si conferma l’apertura dei centri commerciali il sabato.