Il Gruppo Pedrollo di San Bonifacio, che è un marchio di riferimento nel mondo per il settore delle elettropompe, ha acquisito recentemente il 70% dell’americana Superior Pump, con sede a Minneapolis e attiva nella progettazione, produzione e commercializzazione di pompe idrauliche residenziali e commerciali.
Forte di un prodotto che ha resistito alla spietata concorrenza cinese, Pedrollo, attraverso quest’acquisizione avrà modo di perfezionare il servizio pre e post vendita, attività nella quale eccelle Superior Pump e di penetrare il mercato Nordamericano.
Come ha voluto sottolineare Giulio Pedrollo, amministratore delegato del marchio di famiglia fondato nel 1974, tra i leader mondiali del settore, “vogliamo comunque continuare a produrre qui a san Bonifacio la gran parte dei prodotti per gli Stati Uniti”.
L’acquisizione di Superior Pump è stata trattata da diverse testate nazionali, che hanno parlato del gruppo veronese come di una delle eccellenze venete che, pur essendosi trovato a navigare in acque non facili durante il primo periodo dell’anno, è poi riuscito a chiudere il 2020 con un più 15%, tanto da citarlo come “esempio di ripartenza”.
Un modo di guardare avanti, con un atteggiamento maturo, di chi sa come muoversi nel mondo e soprattutto in Cina, dove, come molte altre aziende italiane, hanno imparato a difendersi attraverso i brevetti, “perché avere più mercati oggi è una risorsa fondamentale”.
Secondo Pedrollo, anche il mondo delle imprese, nell’era post-covid, non potrà più essere lo stesso, “rimanere uguali non sarà più sostenibile: aumenteranno i costi e le complessità. O si crescerà per acquisizioni o si verrà acquisiti”. E, qui ritorna uno dei grandi temi che riguardano il Veneto, perché se per le medie imprese le possibilità di acquisizioni ci sono, per le piccole la strada è tutta in salita e bisognerebbe entrare nell’ordine d’idee di creare delle reti d’impresa complementari.
La definizione dell’acquisizione della società americana si è svolta praticamente tutta in videoconferenza, facendo risparmiare almeno una decina di viaggi, secondo i dettami dell’industria 4.0, che il Covid ha accelerato in maniera impressionante.
“La fase di investimenti su macchinari e automazione di processi c’è stata”, ora tocca alla formazione dei programmatori: scuole e università stanno orientando i loro programmi in quella direzione. Poi, il futuro sarà dei software. La concorrenza si giocherà sulla velocità di collegamento tra elettropompa e sistema. E poi ancora piattaforme digitali e cyber-sicurezza e per questo serviranno sempre più ingegneri informatici.