Il partito del Primo Ministro Nicola Sturgeon, lo Scottish National Party, ha vinto le elezioni parlamentari che si sono tenute in Scozia lo scorso giovedì; aggiudicandosi ben 64 seggi sui 129 disponibili. Al secondo posto, i Conservatori, con 31 seggi; terzi, deludenti, i Labour.
Lo spoglio delle elezioni, terminato solo ieri in mattinata, ha dato un risultato importante per il futuro del Regno Unito. La leader dello SNP, forte, adesso, di una maggioranza assoluta del fronte indipendentista (grazie anche ai voti dei Verdi), ha infatti rilanciato l’idea di un nuovo referendum che permetta alla Scozia di abbandonare Londra.
Immediata la reazione da parte di Downing Street: Boris Johnson ha ribadito che non concederà alcun nuovo referendum. Fonti del suo partito, inoltre, hanno anche voluto rimarcare come i fronti pro e contro l’indipendenza siano pressoché alla pari. E che non vi sia quindi alcun bisogno di ripetere un’altra consultazione dopo quella – fallimentare per gli indipendentisti – del 2014.
All’epoca, un grosso peso sull’esito del referendum l’aveva giocato il rifiuto da parte di Bruxelles di ammettere un’ipotetica Scozia indipendente all’interno dell’UE. Paventando per Edimburgo un futuro da “sola al mondo”, senza più Commonwealth né Unione Europea.
Oggi, dopo la Brexit, accadrebbe la stessa cosa?
Federico Kapnist