Ospite ieri del Festival dell’Economia di Trento, Ignazio Visco ha affrontato varie questioni, tra le quali quella del MES, il cosiddetto fondo “salva-stati”, che potrebbe attribuire all’Italia una cifra attorno ai 36/37 miliardi, per spese vincolate al settore della Sanità.
Conoscendo la diffidenza della politica italiana verso questo meccanismo, Visco ha voluto ribadire che il MES non potrà che portare vantaggi, in primis, il fatto di non dover rivolgersi al mercato a costi più alti, ma anche la lunga scadenza del prestito, a 10 anni.
Certo i soldi dovranno essere spesi bene, con il rafforzamento dei presidi sanitari territoriali, l’assunzione di medici e infermieri e gli investimenti in infrastrutture.
Il Governatore ha poi detto di capire il problema dello stigma, ovvero il mostrarsi, ai mercati, bisognosi di supporto, ma va affrontato in maniera ragionevole e trasparente. Per quanto concerne lo spauracchio della Troika, ha assicurato che non c’è nulla da temere, che “non esiste”.
E, considerati i danni perpetrati dall’Europa in Grecia, negli anni scorsi c’è da credere che sia stato fatto tesoro dei gravi errori commessi.
In sede di Consiglio europeo, bisognerà trovare il modo di non penalizzare l’eventuale ricorso al MES di un singolo Paese.
Parlando poi delle risorse in arrivo attraverso il Recovery Fund, Visco, le ha paragonate alla potenza dell’allora “whatever it takes” di Draghi, quando, nel 2012, in piena tempesta sull’euro, “l’impatto sui mercati fu straordinario”. “Serviranno a colmare il divario tra l’Italia e resto dell’Europa, in tema di digitale e infrastrutture, ma anche di innovazione, ricerca e istruzione, senza dimenticare la grande questione della sostenibilità del debito, per non lasciare nuovi debiti alle future generazioni”.