Sembravano essersi placate le tensioni, dopo l’annuncio della fermata dell’impianto chimico del cracking a Porto Marghera, ma Eni è ancora una volta nel mirino di sindacati e forze politiche. L’impianto veneziano produce etilene e propilene per i petrolchimici dell’area padana e anche Mantova e Ferrara sono preoccupati. Sarà infatti chiuso nel 2022, anche l’impianto aromatici, che insieme al cracking occupa 400 dipendenti diretti a Marghera, mentre 200 sono quelli della bioraffineria.
Non più tardi di ieri Eni ha ricordato i grandi investimenti e l’upgrading previsto per il 2024 per potenziare l’impiego di materiali di scarto, come la plastica, nell’ottica della circolarità e sostenibilità. Per L’ad di Eni, Claudio Descalzi – di recente assolto dal Tribunale di Milano nel processo per corruzione internazionale con al centro l’acquisizione dei diritti di esplorazione del blocco petrolifero Opl245 in Nigeria -: “Marghera è uno dei siti fondamentali per la strategia di transizione energetica”.
Gli interventi porteranno a tagliare a Venezia oltre 600 mila tonnellate all’anno di emissioni di CO2. Il percorso verso la decarbonizzazione è iniziato nel 2014 e l’azienda ha previsto un investimento complessivo di 4 miliardi di euro, anche la produzione di idrogeno da gas metano.
In un’area dell’ex petrolchimico, Eni Rewind realizzerà il Waste to Fuel per il bio-olio, destinato al settore navale, ottenuto dalla frazione organica dei rifiuti. È inoltre allo studio la creazione del primo polo per il riciclo meccanico avanzato delle plastiche, uno dei pilastri di Versalis.
Ma le garanzie ai sindacati non bastano e Filctem, Femca e Uiltec temono per l’occupazione: “Le rassicurazioni sul reimpiego dei lavoratori non bastano, servono dati precisi”. “Rischiano di essere pesanti le ricadute occupazionali”, scrive il senatore del Pd Andrea Ferrazzi al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, al quale hanno rivolto un’interrogazione.
“La Regione si attivi per tutelare i mille lavoratori e per l’attesa bonifica dell’area” , commentano i consiglieri regionali Pd Francesca Zottis e Jonatan Montanariello, Giacomo Possamai e Vanessa Camani. La consigliera regionale Erika Baldin (M5s) ha depositato ieri un’interrogazione a Palazzo Balbi, chiedendo alla giunta di intervenire a garanzia del futuro dei lavoratori.