La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno: per la primavera del prossimo anno è previsto lo stop degli impianti. Eni ferma così definitivamente il cracking di Porto Marghera e l’impianto degli aromatici. Lo ha comunicato l’amministratore delegato, Claudio Descalzi, al sindaco Luigi Brugnaro in un incontro riservato.
Ieri il responsabile delle risorse umane di Versalis, Davide Calabrò, e il dirigente di Eni, Bruno Serra, lo hanno confermato anche ai sindacati dei chimici veneziani, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, che hanno già annunciato di essere pronti a dare battaglia. Non si tratterà però di un addio definitivo dell’area da parte di Eni, ma di una diversificazione degli investimenti nella logica della riconversione ambientale ed energetica.
Eni, dal canto suo, dal 2014 ha avviato a Venezia la prima bio-raffineria al mondo riconvertita da un impianto tradizionale, con un investimento di 500 milioni di euro che dal 2024 prevede di potenziare. L’occupazione attuale è di circa 200 persone più altrettante impiegate nell’indotto. Sono invece 400 i dipendenti impegnati nel cracking e negli aromatici, con un indotto che raddoppia i lavoratori sull’area.
Secondo quanto detto dai sindacati, Eni avrebbe rassicurato sul mantenimento dell’occupazione, anche in forza della manodopera che intende spostare in EniRewind e nello Steam Reforming per produrre idrogeno. Operazioni che al momento non hanno convinto i sindacati. “Denunciamo la completa insufficienza degli investimenti proposti da Versalis a fronte della chiusura del cracking — dicono —. Questi piani fanno parte di accordi presi negli anni precedenti e dall’Eni mai rispettati, riteniamo necessario avere un incontro entro le prossime settimane perché Eni ci presenti il piano industriale per lo stabilimento di Marghera. Inoltre, c’è il rischio che la chiusura del cracking di Porto Marghera metta in discussione le produzioni dei petrolchimici di Mane Ferrara causando un effetto domino di chiusure e dismissioni”. Intanto, dopo le dichiarazioni di Versalis, “vista l’incertezza e la preoccupazione che questo causa, le sigle si riservano di intraprendere iniziative di protesta e mobilitazione”.
“Porto Marghera avrà un ruolo fondamentale nel nuovo percorso strategico della società, che la porterà al 2050 all’azzeramento delle emissioni nette complessive di CO2, di processi industriali e prodotti finali — sottolinea l’azienda —. A questo proposito, Eni sta valutando la realizzazione in loco di iniziative industriali basate su tecnologie innovative, volte a una sempre maggiore sostenibilità e circolarità, e strutturate con la massima attenzione per l’occupazione e le competenze presenti sul territorio”.