“Noi, pescatori di Porto Tolle, chiediamo venga fatta chiarezza sui fondi destinati al disastro avvenuto nella sacca di Scardovari, sugli appalti della ricostruzione e sulle eventuali responsabilità di Comune, Regione e Stato. Questa faccenda deve essere districata il primo possibile, siamo con l’acqua alla gola per la pandemia, per la vertenza sui diritti esclusivi di pesca che continua a non darci sicurezze per il futuro e ci troviamo con debiti da pagare sui quali ci era stato promesso un cospicuo contributo che a distanza di un anno e mezzo non ci è arrivato”.
È questa la richiesta fatta al sostituto procuratore Sabrina Duò, contenuta in un esposto inviato per conoscenza anche alla stampa, oltre che in Procura. Due pagine nelle quali si ripercorre tutta la vicenda a partire dalla distruzione in laguna della notte fra il 12 e il 13 novembre 2019.
“In seguito all’evento calamitoso – si sottolinea – si sono recati al Consorzio Pescatori il sottosegretario Martella prima e il governatore Zaia poi. Entrambi hanno dichiarato che sarebbero arrivati risarcimenti. Nel frattempo la Regione ha nominato commissario all’emergenza il sindaco di Venezia Brugnaro, dato che anche la città capoluogo era stata colpita dal fenomeno “Acqua granda”. Comune di Porto Tolle e Consorzio Pescatori hanno instaurato una “cordata di imprenditori” per ottimizzare i costi della ricostruzione, chiedendo a noi pescatori, anche tramite volantini, di non chiedere preventivi a ditte esterne per “evitare di fare lievitare i prezzi”. Qui sorge la prima domanda: sono state valutate tutte le offerte?”.
E poi ancora altre: “È vero che risultano disponibilità di aziende locali a proporre la migliore offerta, inascoltate da Comune e Consorzio? Come risultato della “cordata”, noi pescatori abbiamo sostenuto 40mila euro di costi medi a cavana, rassicurati dal fatto che ci sarebbero stati rimborsati almeno per metà. I costi erano congrui ai lavori eseguiti o con la scusa del rimborso pubblico o qualcuno ci ha guadagnato? Facciamo presente che ci siamo indebitati con gli istituti di credito e a breve il prestito ponte comincerà ad addebitarci le prime rate per il rientro“.
Ma come si legge ancora nell’esposto, per varie vicende e per colpa delle elezioni regionali, fino a gennaio non si è più parlato di questi fondi. Fino a quando, spiega, “la consigliere regionale padovana Elena Ostanel chiede con interpellanza urgente in Regione dove siano finiti i soldi dei pescatori. La Regione risponde elencando i milioni giunti finora e chiude annunciando che il Dipartimento nazionale della Protezione civile ha risposto che al momento i soldi sono terminati. Le domande sono: i fondi giunti finora come sono stati spesi? Perché a noi pescatori non è arrivato nulla?“.
Eppure l’11 novembre il sindaco di Venezia e commissario straordinario Brugnaro sottolineava che allora erano stati risarciti 4.109 soggetti, per un totale complessivo di oltre 23,5 milioni di euro erogati. Il sindaco di Porto Tolle, sempre a gennaio, ha spiegato che l’evento non è stato inserito come calamità naturale e che gli unici ristori arrivati sono stati quelli dei contributi di privati che hanno fatto donazioni per 140mila euro. Altri due mesi nel frattempo sono passati. E il problema è ancora lontano dall’essere risolto.