Si è svolta ieri al Tribunale di Vicenza, un’altra udienza del processo per il fallimento di Banca Popolare di Vicenza. La prima deposizione è stata quella di Alberto Matta, il finanziere del fondo Optimum e, successivamente, ha parlato l’ex presidente Gianni Zonin.
Sono stati ricostruiti i rapporti con BPVI, con il primo contatto, aperto dal segretario del consiglio di amministrazione, Mariano Sommella, la gestione di Girolamo Stabile, la rottura con lui dopo le perdite per gli investimenti su Marchini e Fusillo e sulle cosiddette “baciate”.
Sul discorso delle registrazioni interrotte durante i cda di Popolare Vicenza, la giustificazione sarebbe stata che era l’unico modo per tutelare la Banca d’Italia da eventuali fughe di notizie, quando si parlava di cose riservate con Palazzo Koch.
È quanto ha rilasciato nelle sue dichiarazioni spontanee, Gianni Zonin, durante il processo, poco prima che venisse dichiarato chiuso il dibattimento, aggiornando l’udienza al prossimo 3 dicembre, per l’inizio delle arringhe degli avvocati.
Zonin ha poi cercato anche di ribattere e di smontare il senso degli audio dei cda, prodotti dalla difesa dell’ex vicedirettore Emanuele Giustini, per dimostrare che tutto il cda era al corrente della pratica delle “baciate”: “L’operato mio e del cda è stato sempre finalizzato a garantire che l’Istituto si muovesse nel rispetto della legalità”.