Dopo la Casa dei Tre Oci, Fondazione di Venezia sta per vendere anche la sede in Rio Novo e come ha spiegato alla commissione consiliare Cultura il presidente Michele Bugliesi “come per i Tre Oci, la vendita è vincolata a soggetti che perseguono fini coerenti con quelli di Fondazione”. Niente alberghi, nè negozi, forse una destinazione educativa.
Poi si passerà alla vendita anche delle proprietà di Mestre: i prossimi nella lista sono gli edifici di via Brenta Vecchia, accanto all’M9. E non si vende a Venezia per ripianare il deficit del museo a Mestre, ha detto Bugliesi, ma per dare al territorio, alle associazioni e ai progetti innovativi il doppio delle erogazioni e portarle a 9 milioni.
Nell’audizione, voluta dalla presidente della commissione Giorgia Pea, Bugliesi ha comunicato le novità, a partire dal museo M9. Per prima cosa la mostra permanente sulla Storia del Novecento sarà ristrutturata: “La qualità dei contenuti è elevata ma la fruizione è resa difficoltosa da un eccesso di tecnologia e di ingaggio richiesto ai visitatori. Perciò punteremo sulle viste guidate, come abbiamo fatto nella recente riapertura. E sui giovani: stiamo seguendo il percorso per ottenere il riconoscimento col Miur di ente certificato di formazione”.
“Non esiste un museo sradicato dal contesto, M9 deve radicarsi a ciò che è e a ciò che fa la comunità: le associazioni, la formazione, la ricerca, l’impresa, i giovani”, spiega Bugliesi. Anche epr questo i biglietti sono stati abbassati (da 16 a 10 euro l’ingresso singolo, con ulteriori riduzioni per gruppi, scolaresche e famiglie).
L’M9 non ha ancora sbarcato il lunario, ma i conti sono migliorati: dai 7 milioni di sbilancio del 2018, si è passati ai meno 5 del 2019 e ai meno 3 del 2020. “La proiezione è che nel 2023 il sostegno a M9 sarà solo di un milione di euro“, spiega il presidente. Intanto intorno al chiostro dovrebbero insediarsi le start up e la stessa M9 District con un progetto di “innovazione energetica”.
Grazie alle vendite immobiliari e al bilancio in attivo di 5 milioni,”Fondazione torna a fare bandi, dopo cinque anni – spiega Bugliesi -. Ci stiamo lavorando in questi giorni, saranno rivolti ad associazioni, aziende e giovani”. Welfare e innovazione sostenibile saranno le chiavi dei prossimi sviluppi.
Il piano di dismissioni prevede di alienare immobili per 40 milioni di euro in tre anni per smobilizzare parte del patrimonio e investirlo in fondi e azioni che garantiscono una rendita del 4,7% e dare così al territorio 7 milioni quest’anno e 9 nei prossimi.