Il monitoraggio della Fondazione Gimbe ha rilevato, nella settimana dal 29 dicembre al 5 gennaio, un incremento del 27% dei nuovi casi, dopo 6 settimane consecutive di calo, peraltro a fronte di un’imponente riduzione dei tamponi. Inoltre resta stabile la pressione sugli ospedali, con area medica e terapie intensive sopra la soglia di saturazione in metà delle regioni. Salgono purtroppo anche i decessi.
Tutto questo fa intravedere l’inizio di una terza ondata con numeri troppo elevati per riprendere il tracciamento e anche il reale impatto del vaccino è molto lontano dato la velocità di somministrazione, senza contare che bisogna tenere in considerazione anche le nuove varianti. In ultimo il sistema delle regioni “a colori” è da rivedere perché porta risultati modesti a fronte di costi economici e sociali elevati.
Questa in estrema sintesi l’analisi indipendete della Fondazione, che tramite il suo presidente, Nino Cartabellotta, esprime in questi ultimi giorni perplessità su come si sta gestendo la questione dei vaccini e sul perché siamo in un ritardo preoccupante. A rallentare la vaccinazione sono in particolare 3 cose: la mancanza di personale, la disponibilità di dosi e non da ultimo stock interi di siringhe comprate dal Commissario per l’emergenza Covid, ma non adatte per queste iniezioni.
“Molti (giustamente) lamentano bassa percentuale di vaccinati rispetto alle dosi consegnate alle Regioni. Pochi sanno che le Regioni potranno disporre della ‘cavalleria’ non prima di fine gennaio”, spiega Nino Cartabellotta su Twitter, postando la slide con le tempistiche del governo presentata ufficialmente dal commissario straordinario Domenico Arcuri il 7 dicembre in conferenza Stato-Regioni.
#VaccinoAntiCovid
?Molti (giustamente) lamentano bassa % vaccinati rispetto a dosi consegnate alle Regioni
?Pochi sanno che le Regioni potranno disporre della “cavalleria” non prima di fine gennaio#vaccinoCovid #Covid_19 pic.twitter.com/5fMH4C0GZ3— Nino Cartabellotta (@Cartabellotta) January 2, 2021
In Lombardia, Molise e Calabria si segnalano i ritardi maggiori per qaunto riguarda i dati sul numero di vaccinati, e questo ha scatenato le ire di Arcuri, che però interrogato se ci fosse un elenco completo dei centri vaccinali designati per la somministrazione del vaccino contro il coronavirus ha detto che è “ancora in divenire, ragion per cui non si dispone ancora di un’elencazione dei centri vaccinali come da lei richiesta”, in risposta all’istanza di accesso civico generalizzato (Foia) inoltrata al Ministero della Salute e agli uffici per l’Emergenza Covid.
Viene anche da chiedersi come si possa pretendere di andare più veloci di così se dal centro vengono indicazioni confuse, parziali, se non addirittura contraddittorie.
Per non parlare poi del bando del governo per il personale sanitario, che è scandalosamente indietro, proprio adesso che le regioni non hanno i rinforzi che sarebbero invece necessari per fare più vaccinazioni e la responsabilità di chi è?
L.M.