Fondazione Venezia ha lo scopo di promuovere iniziative di stimolo culturale, che possano mantenere la vivacità del sistema socio-economico del territorio.
Così, quando venerdì scorso si è riunito il Consiglio Generale della Fondazione, per approvare il piano strategico 2021-2023, il presidente Michele Bugliesi ha annunciato la decisione di tornare ad erogare fondi alle diverse istituzioni culturali, come si faceva in passato, ossia di mettere a disposizione 10 milioni l’anno, anziché i 4-5 attuali, tornando alla missione originaria.
Per portare avanti il suo piano, la Fondazione sarà costretta a vendere una serie di immobili, “nessuno escluso”, pensando anche al museo, come ha voluto sottolineare Bugliesi.
Il patrimonio immobiliare è ingente: la sede della Giudecca è valutata 6 milioni di euro; il Palazzo di Rio Novo, 16 milioni; M9District, 87 milioni; i palazzi di via Brenta Vecchia e via Poerio, ciascuno sopra i 22 milioni; Via Pascoli 40 milioni e il lotto Meucci, 1 milione.
La Fondazione ha deliberato “il piano di riassetto, attraverso la riduzione della quota di patrimonio immobiliare, finalizzata ad accrescere l’investimento finanziario e, conseguentemente, la capacità di intervento sul territorio. Abbiamo un patrimonio di 400 milioni di euro e il 30% è immobilizzato. Una quota che non trova riscontro in nessun altra fondazione bancaria italiana, dove la media è del 4 o 5%. Significa quindi che la nostra capacità di intervento è bassa e, siccome M9 succhia altre nostre risorse, vogliamo smobilizzare, per investire su strumenti finanziari che rendano e ci permettano di raddoppiare la capacità di erogare, rilanciando la Fondazione”.
Per quanto riguarda il resto del piano 2021-2023, c’è il nuovo progetto per il Museo M9, con l’insediamento nel chiostro di aziende e uffici, al posto dei negozi; la valorizzazione delle imprese, e investimenti, nel sociale, sul disagio educativo e le politiche di inclusione e integrazione.
In sintesi, Fondazione Venezia, con il nuovo piano vuole tornare alla sua mission originaria, distribuendo risorse al territorio e sostenendo in maniera fattiva le diverse istituzioni locali, “nella loro complessa opera di risposta ai bisogni, non solo materiali, dei cittadini” .