In questi giorni è scaduto il termine degli indennizzi garantiti ai cosiddetti “azionisti azzerati” di BpVi e Veneto banca: ma le associazioni non sono fiduciose che ciò avverrà, soprattutto nei tempi stabiliti, e adesso chiamano in causa anche Palazzo Chigi.
Il presidente dell’associazione «Noi che credevamo nella BpVi», Luigi Ugone, parla delle incognite relative ai ristori che gli azionisti truffati dovrebbero percepire dallo Stato: ma sulla procedura ci sono ancora parecchie perplessità.
In particolare queste riguardano le procedure operative che dovrebbero permettere ad alcune decine di famiglie del Nordest di percepire i ristori che una legge dello Stato garantisce agli “azionisti azzerati” in forza delle disposizioni di legge contenute nel decreto 39 del 30 aprile 2019.
Le risorse ci sono e ammontano a 1,5 miliardi che il Ministero dell’Economia rinviene in ossequio alla legge del bilancio statale in tre trance tra 2019, 2020 e 2021. Il dubbio delle associazioni è se la Consap (la s.p.a statale incaricata di processare le richieste e di stornare i ristori del fondo indennizzi, noto come Fir) sia in grado di farlo.
Ad oggi i primi azionisti sperano di iniziare a percepire parte del rimborso, ma in molti sono già pronti ad altre azioni legali.