“La Conferenza dei servizi è un organismo autonomo e indipendente e ogni suo parere deriva essenzialmente da valutazioni di carattere tecnico, nel rispetto dell’attuale normativa regionale, nazionale ed europea. Oggi come oggi non esiste la possibilità di stravolgere l’iter che ha portato al via libera con prescrizioni dato dalla Conferenza al progetto di Loreo, ma proprio per non trovarci in futuro ancora con le mani legate, ci stiamo dotando di una legge che contempli per i futuri impianti le necessarie valutazioni anche di natura ambientale, paesaggistica, economica e sociale, escludendo la possibilità di realizzare mega impianti fotovoltaici sul suolo agricolo”.
Lo afferma l’assessore al territorio, ai parchi e alle aree protette della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari, che risponde così alla polemica accesa da Coldiretti Veneto in riferimento al parere positivo espresso oggi dalla Conferenza dei servizi all’impianto fotovoltaico a terra di Loreo, in provincia di Rovigo.
“Il nostro obbiettivo – prosegue l’assessore – è quello di contemperare lo sviluppo delle fonti rinnovabili con la salvaguardia degli ecosistemi naturali, della qualità della vita dei cittadini, della produzione agricola intesa anche come presidio e tutela dei territori. In tal senso è già stato avviato dalla Seconda Commissione del Consiglio Regionale l’iter per l’approvazione del progetto di legge n. 41 relativo alla ‘Individuazione delle aree inidonee e idonee alla realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra’, d’iniziativa del capogruppo della Lega Villanova e del consigliere Bet, primo firmatario”.
“Questo Pdl – conclude Corazzari –, oltre a individuare nelle zone industriali e in quelle già compromesse dal punto di vista ambientale i luoghi nei quali preferibilmente installare gli impianti, assicura un grado di tutela particolarmente elevato a tutte quelle aree in cui la presenza dell’attività agricola è significativa da un punto di vista dell’economia locale, rendendole esenti da impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra non funzionali all’attività agricola. In poche parole, ben venga lo sviluppo delle fonti rinnovabili purché tale sviluppo non sia a detrimento dell’attività agricola e non confligga con gli irrinunciabili principi di salvaguardia dell’ambiente, del suolo agricolo e del paesaggio”.
A dirlo Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto: “Non comprendiamo la bocciatura da parte di altre organizzazioni agricole – rimarca – dal momento che l’impianto è stato richiesto molto tempo fa, che una parte di quella superficie è già a indirizzo artigianale e industriale e che oggi la Regione Veneto sta lavorando a una normativa, il progetto di legge 41, riguardante gli impianti fotovoltaici a terra volta a preservare il suolo agricolo. Ricordiamo che questo, come altri, è un progetto importante per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, come il fotovoltaico e il biometano, che sono un elemento fondamentale nel Recovery Fund. Le risorse ingenti messe a disposizione degli Stati europei sono mirate non solo a raggiungere l’obiettivo di emissioni zero nel 2050, ma anche ad arrivare a un’indipendenza produttiva sul fronte della green economy”.