Genartis, startup e spin-off dell’Università di Verona che realizza servizi di genomica per la ricerca e per la persona, ha messo a punto il primo test genetico in grado di rilevare la presenza di varianti associate a forme gravi di Covid-19. Oltre ai fattori di rischio già individuati, quali età, patologie pregresse, sesso maschile, la possibilità di contrarre una forma grave di Covid-19, è determinata infatti dai nostri geni, addirittura quelli ereditati dai Neanderthal.
Lo studio, realizzato dal team guidato da Massimo Delledonne, professore ordinario di Genetica, ha riscontrato che circa il 14% degli italiani possiede il Dna di Neanderthal associato alla forma più grave di Covid-19, e attraverso Genartis ha realizzato il «GenTest Covid-19 Risk», che permette perciò di individuare i soggetti che hanno ereditato quelle basi nucleotidiche. Una rivoluzione che potrebbe cambiare il modo di combattere questa malattia: “Si tratta di un fattore di rischio – spiega Delledonne – ereditato oltre 50mila anni fa da uomini primitivi presenti soprattutto nell’Europa meridionale. Ciò non significa che chiunque abbia questa regione di Dna si ammalerà, ma se si ammalerà avrà una alta probabilità di sviluppare un Covid-19 grave”.
La ricostruzione «in silico» della sequenza dei due filamenti di Dna nella regione di 50mila basi presente sul cromosoma 3 ha permesso di identificare la presenza dell’aplotipo neanderthaliano associato al Covid-19 grave nel 14% dei genomi analizzati, confermando le frequenze europee identificate negli studi precedenti (16%). Ne deriva che circa un italiano su sei porta la «regione Neanderthal» nel proprio genoma.
“Grazie a questa caratteristica – ha concluso Delledonne – è stato possibile sviluppare un test molecolare che permette di monitorare la presenza o l’assenza dell’intera regione associata al Covid-19 grave nel Dna di un individuo, senza la necessità di sequenziare l’intero genoma. Il test è stato validato sul Dna di una popolazione di individui di cui il Laboratorio di Genomica Funzionale ha a disposizione dati genetici e ha dimostrato un’accuratezza del 100%, ossia non ha mai sbagliato nell’identificare se un individuo porta o meno la regione di Neanderthal%.