Il Leone, che nei mesi scorsi aveva rilevato il 24% di Cattolica assicurazioni, ha annunciato il lancio di un’Opa totalitaria a 6,75 euro per azione, con un premio del 15,3% rispetto al prezzo di Borsa di venerdì e di oltre il 40% sugli ultimi sei mesi. L’esborso massimo sarebbe di 1,176 miliardi.
Generali ha motivato l’Offerta “con l’obiettivo di consolidare la propria posizione nel mercato assicurativo italiano, in coerenza con le linee guida del Piano Strategico di Generali 2021”. In quest’ottica “l’acquisizione di Cattolica permetterebbe di diventare il primo gruppo nel mercato danni e di rafforzare la propria presenza nel mercato vita“. Restano ovviamente da verificare eventuali impatti a livello Antitrust.
Immediata la reazione sul titolo Cattolica Ass +12,7% in Borsa (peraltro già in forte rialzo venerdì, giorno in cui aveva diffuso i conti trimestrali): l’azione balza di oltre il 12% a 6,83 euro, dunque sopra il prezzo dell’Opa Generali. La compagnia veronese è diventata di recente una Spa e ha visto un riassetto nel board, con la nomina a presidente di Davide Croff e nuovo consiglio di amministrazione: entrambi passaggi necessari, chiesti dall’Ivass, per concludere l’aumento di capitale da 500 milioni, di cui 300 già versati da Generali.
Nell’azionariato di Cattolica, oltre alla stessa Generali (che controlla il 23,67% del capitale), spicca Warren Buffet che aveva rilevato oltre il 9% del capitale della compagnia nel 2017, quando la stessa era guidata da Alberto Minali, a 7,35 euro per azione e dunque, aderendo all’Opa di Trieste, dovrebbe mettere a bilancio una seppur limitata minusvalenza.
Fondazione Banca del Monte di Lombardia ha il 3,16%, mentre Cariverona – che recentemente ha ridimensionato la propria quota – detiene circa l’1%. Sull’eventuale adesione all’Opa, non sono ancora giunti commenti, ma è stato sottolineato che “decideranno gli organi di governo dopo le consuete valutazioni del comitato finanza”.
L’Offerta, approvata all’unanimità dal cda di Generali e che avrà un impatto sulla Solvency del Leone stimato in 7,8 punti percentuale, “permetterà di valorizzare ulteriormente le caratteristiche distintive di Cattolica, anche grazie al contributo tecnologico e dimensionale di Generali, permettendo la realizzazione di importanti economie di scala e sinergie industriali, con una particolare attenzione al mantenimento di alcuni elementi essenziali di Cattolica quali la tutela dell’identità e del legame storico il territorio, il mantenimento del brand e la valorizzazione di esperienze e asset con riferimento al settore agricolo-assicurativo, al terzo settore (associativo ed enti religiosi) e alla bancassurance in una logica di sviluppo e valorizzazione dell’attività”.
Tra gli obiettivi finanziari e industriali spiccano invece “un incremento della scala dimensionale di Generali in Europa e un’accelerazione della diversificazione del business mix a favore del segmento danni” e il “conseguimento di sinergie operative di costo e di sinergie incrementali da eccellenza tecnica e ricavo (stimate, a regime, superiori a 80 milioni ante imposte per anno), derivanti da economie di scala” mentre “i relativi costi di integrazione sono stimati complessivamente in circa 150-200 milioni ante imposte, da sostenersi nel corso dei prossimi quattro anni”.
In relazione all’Offerta, Generali è assistita da Rothschild, Bank of America e da Mediobanca Banca di Credito Finanziario, quali advisor finanziari, e da Gianni & Origoni, quale consulente legale.
“Con l’opa totalitaria lanciata da Generali su Cattolica Assicurazioni il Veneto perde l’ultimo suo significativo asset finanziario. Solo pochi mesi fa Generali garantiva che avrebbe rispettato la specificità della compagnia veronese, ma evidentemente così non sarà. Ci permettiamo fin d’ora di esprimere anche qualche preoccupazione sulla tutela dei livelli occupazionali. È il triste epilogo di una gestione societaria che purtroppo non si è dimostrata all’altezza delle sfide dei tempi”, dichiara in una nota Pierantonio Zanettin,
deputato di Forza Italia e componente della commissione parlamentare di inchiesta sulle banche e sul sistema finanziario.
“I grandi players nazionali Banca Intesa e Generali in pochi anni hanno inghiottito a prezzo di saldo prima le popolari venete ed ora Cattolica Assicurazioni. Il capitalismo veneto ne esce con le ossa rotte“, conclude.
L.M.