Giancarlo Giorgetti, tempo fa, su mandato di Salvini, ha accettato di svolgere una funzione di diplomazia con i Paesi dell’Unione Europea e con quelli dell’Area Atlantica, per cercare di spezzare l’ostracismo in cui si trova la Lega, additata da tutti come un partito di populisti filo-Putin.
Così, a pochi giorni dai risultati delle elezioni, in un momento di generale regolamento di conti, tra grafici, diagrammi e percentuali, Giorgetti ha avvertito il suo partito che, se si vuole puntare veramente a Palazzo Chigi, bisogna cambiare strategia e costruire un vero rapporto con tutto l’establishment europeo, un solido sistema di relazioni, perché “l’Italia non può vivere fuori da un sistema sovra-nazionale”.
Così, parlando in modo schietto con Salvini, gli ha fatto notare un recente passo falso del partito, il non aver votato la mozione contro Lukashenko, passato quasi in sordina , durante la campagna elettorale, ma che sommato ad altri errori più o meno recenti, potrebbe pregiudicare certe ambizioni del Carroccio.
I più informati dicono che Salvini abbia riconosciuto l’errore e che sia intenzionato a seguire i consigli del diplomatico Giorgetti.
D’altronde, senza la guida di Berlusconi, il Centrodestra deve individuare un nuovo leader, ed essendo la Lega il partito di maggioranza, deve prepararsi a una svolta in campo europeo, attraverso un avvicinamento ai Popolari. E, per questo si cerca un contatto con Draghi, per una futura iscrizione al PPE.
Quindi un piccolo passo in avanti e una piccola correzione di rotta ci sono stati, ora, bisognerà vedere se si riuscirà a superare la diffidenza di Bruxelles.