Ultimatum, accuse, minacce, ed esposti. La guerra tra la famiglia Benetton, attraverso la sua controllata Atlantia e il Governo si fa sempre più dura.
Il Premier Conte, tra un ultimatum e un aut-aut, continua a minacciare la revoca della concessione ad Atlantia, che risponde con un nuovo esposto alla Consob e alla Commissione Europea per turbativa sul titolo, in considerazione delle “dichiarazioni inaccettabili dei ministri Patuanelli e De Micheli, rilasciate a mercati aperti, che hanno determinato la sospensione delle negoziazioni del titolo per eccesso di ribasso”.
Ieri Atlantia è arrivata a perdere il 6%.
“Le continue minacce di revoca da parte del governo sono suscettibili di alterare il valore di Aspi” e quindi, la società , attraverso il suo esposto “intende tutelare gli interessi di oltre 37mila investitori e garantire la parità informativa, dato che nulla è ancora stato comunicato alla Società”.
Il governo allora ribatte che le continue modifiche del piano concordato il 14 luglio scorso, da parte di Atlantia, “stanno producendo l’effetto di ritardare gli investimenti della rete strutturale”.
In difesa di Atlantia, è intervenuto sul Corriere il professore, avvocato Vittorio Domenichelli, che si dice stupito delle continue minacce verso la società, soprattutto da parte del Presidente del Consiglio Conte, che come professore ordinario di diritto civile, dovrebbe sapere che, “tali minacce ledono un caposaldo del diritto qual è l’autonomia negoziale di un soggetto privato, come Atlantia, che non può essere condizionata nelle sue scelte dal pericolo che, la sua controllata Aspi possa perdere il suo asset principale, la concessione, a meno di non accedere alle richieste del governo di cederne il controllo a CDP, controllata dal governo, alle condizioni pretese, non è dato di capire, se dal potenziale acquirente o dal governo”.
Il governo, in grande sintesi, secondo Domenichelli, abusando dei suoi poteri, starebbe avvantaggiando un ente controllato, cioè CDP, senza che nessun organo dello Stato, Corte dei Conti, procure varie, Anac o Consob abbia sollevato qualche obiezione.