Daniele Franco, Renato Brunetta, Erika Stefani e Federico D’Incà, quattro ministri veneti nella squadra di Draghi sono un segnale molto importante, quasi rivoluzionario per la nostra Regione.
E, cosa divertente, Franco e D’Incà sono originari dello stesso paese, Trichiana, piccola località ai piedi delle Dolomiti, nel Bellunese, dove le rispettive abitazioni distano solo qualche centinaio di metri e, dove qualcuno comincia già a parlare di un’aria speciale, che anziché dare i natali a gelatai e scalpellini, come un tempo, adesso faccia nascere ministri, al punto che lo stesso Dario Bond, deputato feltrino di Forza Italia, starebbe cominciando a pensare di prendere la residenza a Trichiana, nella speranza di arrivare ad essere almeno sottosegretario.
L’attenzione è tutta concentrata su Daniele Franco, considerato un super-tecnico, neo ministro dell’Economia, laureato in Scienze Politiche a Padova, con successivo master all’Università di York, che da un anno era diventato Direttore Generale di Banca d’Italia e legato a Mario Draghi da un rapporto di amicizia e grande stima reciproca. “Un guardiano dei conti”, com’è stato più volte definito, colui che veniva considerato un intralcio all’azione di governo dei grillini, per il suo eccessivo rigore, l’uomo che dovrà vigilare sul Recovery Fund, sbarrando la strada all’assalto alla diligenza.
Tra le fila dei cinque stelle è stato confermato nel suo ruolo di Ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, laureato in Economia a Trento, esponente di primo piano della corrente che fa capo al presidente della Camera Roberto Fico e forte sostenitore dell’alleanza programmatica con il Partito Democratico. Un ministero senza portafoglio il suo, ma strategico nel ruolo che dovrà avere in questo governo “omnibus”.
Renato Brunetta di Forza Italia, economista, praticamente un veterano, eurodeputato per dieci anni e per tre volte alla Camera, già Ministro della Funzione Pubblica, dal 2008 al 2011, non senza qualche polemica, per le sue prese di posizione contro precari, poliziotti e sindacalisti, coinvolto nel governo, è stato richiamato per riorganizzare una Pubblica Amministrazione più efficiente e veloce. È stato lui a spronare Berlusconi ad appoggiare il nuovo governo, recuperando quella sua centralità che sembrava perduta.
Erika Stefani, avvocato di Trissino, politica preparata e stimata trasversalmente, è stata nominata Ministro per le Disabilità, ed è considerata una figura centrale per la Lega e molto vicina a Luca Zaia: senatrice dal 2013, membro del Direttorio della Liga Veneta, è stata ministro degli Affari Regionali con il governo Conte.
Un po’ veneta viene considerata anche Marta Cartabia, neo Ministro della Giustizia, che ha insegnato all’Università di Verona, diritto costituzionale dal 2000 al 2004.