Era di qualche giorno fa la notizia che Msc tornerà a Venezia, annuncio accolto con entusiamo da gran parte della città primo tra tutti il Sindaco Brugnaro che aveva anche condiviso il suo entusiasmo sui social. Ma come sappiamo gli attracchi a Marghera non sono ancora pronti e quindi la grande nave dovrà attraversar eil bacino veneziano, cosa che invece non piace a molto.
“La Msc porterà il 5 giugno la Orchestra a Venezia, in Marittima, passando di fronte a San Marco. È una beffa, ci sembra che dietro al decreto del primo aprile ci sia il tentativo di lobby e partiti di prenderci in giro. Le mobilitazioni, a giugno, dovranno esserci ancora”. Questa la risposta del comitato che si prepara ad “accogliere” la prima nave da crociera con una manifestazione.
Il tema grandi navi è ancora caldissimo: il governo ha formulato un decreto legge che prevede l’indizione di un concorso di idee per trovare un nuovo porto per le grandi navi da crociera e i container fuori dalla laguna, non certo in tempo per l’arrivo della Msc crociere che ha annunciato ogni sabato dal 5 giugno lo scalo della Orchestra e ogni domenica dal 20 giugno della Magnifica, colossi rispettivamente di 92 e 95 mila tonnellate di stazza, il massimo che possa arrivare secondo gli accordi attuali.
Ieri, sul palco hanno preso parola per la prima volta i lavoratori del porto, quelli che con le crociere ci lavoravano: “No navi e sì navi sono due slogan. I problemi della città li conosciamo bene, non ci può essere conflitto tra la nostra attività e la vostra, ci confrontiamo con tanti di voi – ha detto Luca Pitteri, che lavora nella cooperativa di portabagagli Venezia 1937 –. Da nove anni siamo tra l’incudine e il martello, da una parte le istituzioni politiche che non sanno prendere decisioni, dall’altra i comitati contro di noi. Non si può prescindere dal mondo del lavoro. Finora non abbiamo mai preso parola alle vostre manifestazioni perché il sabato e la domenica eravamo a lavorare al porto”. I lavoratori del porto si dicono aperti a tutte le proposte purché si trovi una soluzione. “Si parta dal Duferco che è già avanzato, guardiamo quello che c’è”, ha concluso Pitteri.