Il decreto legge per l’estensione del Green pass sui luoghi di lavoro (pubblici e privati), approvato la scorsa settimana in Consiglio dei ministri, è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale ed è in vigore. L’obbligo di esibire il certificato verde si applicherà dal 15 ottobre.
Ma nel testo sono presenti anche delle modifiche rispetto alla prima stesura: il decreto prevede che il lavoratore pubblico o privato che sia privo di Green pass venga considerato “assente ingiustificato fino alla presentazione della predetta certificazione e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro”.
Rispetto alle bozze, viene eliminata ogni differenza di trattamento tra dipendenti pubblici e privati e non scatta più la sospensione, ma per tutti dal primo giorno di assenza “non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento”.
Le farmacie sono tenute ad applicare il prezzo calmierato dei tamponi antigenici sul Covid, che è “assicurato anche da tutte le strutture sanitarie convenzionate, autorizzate o accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale e autorizzate dalle regioni alla somministrazione” dei tamponi rapidi e aderenti al protocollo d’intesa. Vengono inoltre stanziati 105 milioni per i tamponi gratis agli esenti dal vaccino e vengono confermate le sanzioni per le farmacie che non si adeguano: multe da 1000 a 10000 euro e la chiusura dell’attività per massimo cinque giorni.
Intanto la capienza di stadi, palazzetti, teatri e cinema potrebbe aumentare al 75-80% fra fine settembre e inizio ottobre, una svolta resa possibile dall’estensione dell’obbligo di Green pass per circa 23 milioni di lavoratori dal 15 ottobre.
Restano fondamentali i dati sulla curva dei contagi nella popolazione scolastica a due settimane dal ritorno in classe, un indice a cui da inizio pandemia si guarda con attenzione e che potrebbe diventare uno snodo cruciale per decisioni che cautamente rivedano alcune restrizioni. Con il Green pass, sperano di iniziare a vedere una luce in fondo al tunnel anche i gestori delle discoteche chiuse ormai da un anno e mezzo, uno dei settori più colpiti dalla pandemia.