Pochi sanno che negli archivi della Banca popolare di Vicenza era custodito un secolo e mezzo di storia vicentina, dal periodo dell’Unità d’Italia fino ai giorni nostri, che ora passerà di diritto alla Biblioteca Bertoliana. Il trasferimento rientra nell’ambito della procedura di liquidazione coatta dell’ex istituto bancario cittadino che, tra proprietà di vario genere, mobili ed immobili, custodiva anche una mole impressionante di documenti relativi all’attività della banca stessa nei diversi periodi storici.
Nulla di particolare pregio, se si pensa a cose di valore, ma di inestimabile importanza dal punto di vista storico, perché l’intero archivio documentale, che misura oltre 200 metri lineari di scaffali, permetterà di ricostruire vicende, decisioni e avvicendamenti dell’ex istituto bancario, sin dal lontano 1866, anno di fondazione della Banca Popolare di Vicenza, che fu il primo istituto popolare di Vicenza e del Veneto.
Dal momento della sua costituzione, la Banca ha accompagnato la crescita di una tra le province più industrializzate d’Italia, con tutto quel che ne consegue in termini di attività di sostegno alle imprese e al mondo culturale e associativo. Tra le righe si possono leggere gli avvicendamenti alla presidenza, le diverse compravendite, attraverso gli atti notarili e i verbali dei consigli di amministrazione, insomma la storia di una banca che ha traghettato il Vicentino da terra di migranti, a preminente vocazione agricola, ad una delle aree più industrializzate e ricche del mondo. Una banca che, fino all’avvento dell’era Zonin, era nota per il suo fortissimo legame con il territorio, al punto da conoscere la storia e le vicende di ogni suo cliente o azienda.
Tutta la parte dell’archivio relativa al periodo che va dagli anni ‘80/’90, ai giorni nostri, una trentina d’anni circa, attualmente è nelle mani dei magistrati della Procura di Vicenza e verrà pertanto trasferita alla Biblioteca Bertoliana in un secondo tempo. Nel frattempo sarà comunque possibile consultare tutto il resto.