L’incontro a Ginevra tra i due presidenti di Stati Uniti e Russia, si è svolto in un clima di amichevole rivalità. Il più soddisfatto di quest’esito, è stato sicuramente Vladimir Putin; accortosi di come Washington non abbia così voglia di orientare verso Mosca tutta la sua potenza economica, diplomatica e militare. Preferendo tenere alta la guardia su altri attori ben più inquietanti: vale a dire la Cina.
Per ricordare a tutti, però, come cordialità non faccia rima con amicizia, gli Stati Uniti, due giorni fa, hanno deciso di elevare nuove sanzioni contro Mosca per l’irrisolta questione Navalny e per il completamento del gasdotto North Stream 2. Una sorta di compromesso per non guastare i ritrovati rapporti con la Germania e l’UE ma, allo stesso tempo, per non calar spudoratamente le braghe di fronte al progetto tanto caro a Gazprom (e quindi a Putin).
Il ritorno dei rispettivi ambasciatori nelle due capitali, ha suggellato una fase lievemente più distesa nei rapporti russo-americani. Mentre l’accordo sulla non proliferazione delle armi nucleari (trattato START) ha tranquillizzato il mondo intero.
Restano però diversi nodi da sciogliere; su cui le due diplomazie sono al lavoro per cercare di trovare soluzioni condivise. Si va dalla revisione del blocco dei visti verso la Russia (ipotizzato dagli USA) a questioni più delicate: su tutte, cybersecurity e stabilità strategica. Ossia come le due potenze intendono rispettarsi nei diversi teatri globali e nel mondo cibernetico; garantendo sicurezza per entrambi.
Questo potrà avvenire solo tramite canali bilaterali solidi e continui; aprendo tavoli di trattative che, ad oggi, mancano.
Federico Kapnist