Afghanistan: Talebani = cattivi; al-Qaeda = male assoluto. Fin qui, tutto regolare. Ma capita anche che, ad esempio in Siria, al-Qaeda non sia così da denigrare.
Il movimento degli studenti coranici, ora al potere in Afghanistan, venne attaccato nel 2001 poiché offriva protezione e appoggio logistico ai membri di al-Qaeda. La famigerata organizzazione terroristica fondata da Bin-Laden che compì gli attentati delle Torri Gemelle; di cui a brevissimo ricorrerà il 20esimo anniversario.
Succede che però, una costola di al-Qaeda – che nel frattempo ha cambiato nome in Jabhat al-Nusra – operi da anni in Siria. Dove non solo non è attaccata da nessun membro della NATO; ma anzi, viene foraggiata per continuare a combattere l’esercito siriano fedele al presidente Assad.
Jabhat al-Nusra, scacciata da gran parte del territorio della Siria, sopravvive ora nella sacca di Idlib; Nord-Ovest del Paese. Dove, col placet della Turchia e l’informale benedizione delle potenze NATO, si è ritagliata una porzione di terra in cui il fondamentalismo islamico può prosperare ai danni della popolazione.
Al-Qaeda, Talebani, ISIS e ancora tanti altri movimenti della galassia islamista, pur con qualche piccola sfumatura, perseguono lo stesso credo e la stessa concezione della società. La stessa interpretazione integralista del Corano; che trasforma l’Islam in islamismo.
L’Occidente spesso se ne serve, per fini geopolitici. Un po’ come se lo Stato combattesse la mafia in Sicilia e la aiutasse in Calabria.
Così i Talebani sono cattivi in Afghanistan; ma i terroristi di al-Qaeda sono “ribelli” o “combattenti per la libertà” in Siria. Sfumature.
Federico Kapnist