La trama è complessa; ma non svela, in fondo, nulla di nuovo. Quello che emerge dall’inchiesta della procura di Ragusa, semmai, è un nuovo intreccio fra un fronte progressista con sede in Danimarca e un altro con sede in Italia; composto da talebani dell’accoglienza, preti compiacenti e banchieri dal cuore a sinistra e il portafogli a destra. A farne le spese, come sempre, i migranti. Merce di scambio sulla cui pelle si riescono però a lucrare cifre non indifferenti.
Protagonista della vicenda, ben raccontata su Il Giornale dal celebre reporter di guerra Fausto Biloslavo, è l’ex disobbediente Luca Casarini. Il fu leader no-global riconvertitosi oggi al “nobile” mestiere della tratta degli esseri umani; naturalmente dietro cospicue entrate finanziarie. Nell’occasione, 125.000 €, versati dalla compagnia danese Maersk per il trasbordo di alcuni profughi da una loro nave alla “Mare Jonio”, una delle carrette dell’accoglienza finanziata da Banca Etica e orchestrata da Casarini e i suoi sodali. Il versamento, autentico toccasana (emerge dalle intercettazioni) per le dissestate casse della ONG proprietaria della barca – la Mediterranea Saving Humans – versato sotto copertura di una donazione a carattere religioso.
Scopo ultimo di tutta l’operazione, agevolare il più possibile l’arrivo di esseri umani in Italia e in Europa; facilitandone tutti gli aspetti pratici. Anche mentendo spudoratamente; come nel caso di alcuni migranti fatti sbarcare urgentemente dalla “Mare Jonio” a Pozzallo con la scusa (poi rivelatasi infondata) della maternità di una donna e della necessità di assisterla da parte del compagno.
L’impianto accusatorio della procura siciliana, avallato da “intercettazioni telefoniche e riscontri documentali”, vede per il momento otto persone finite sotto inchiesta. Tra cui Casarini e due ex politici del Nord-Est.
Federico Kapnist