L’arte cinetica rappresenta un momento molto importante dell’avanguardia italiana, straordinariamente interessante, perchè lavora sul punto di vista del fruitore dell’opera d’arte, cambiando il suo approccio. La galleria MAG – More Than an Art gallery, ha al suo interno alcune opere degli artisti più famosi che si sono distinti nello scenario italiano, facenti parte di questo movimento artistico.
La sezione della collezione delle opere di fondazione Vaf che MAG ospita al suo interno, è un percorso creato per la valorizzazione dell’arte della penisola con contributi importanti. L’arte cinetica è composta da varie voci in cui confluiscono idee, opinioni, proposte contrastanti, ma unitarie nella loro volontà di stupire, coinvolgere lo spettatore, utilizzando materiali nuovi liberando l’esperienza edonistica dei fenomeni puramente sensoriali.
Gli artisti dell’Arte Programmata reagiscono gli uni agli altri, in uno scambio reciproco, ognuno con una propria originalità, in un percorso dialettico ed evolutivo. Personalità originali come quelle di Biasi, Landi, Costalonga, Alviani, Lucia Di Luciano, Enzo Mari, Bruno Munari, si destreggiano in un periodo storico – artistico dominato dalla voglia di sperimentazione e liberazione dalle briglie dell’arte figurativa.
- Franco Costalonga
- Lucia di Luciano
Ogni posizione di questi artisti diversi e originali, ci offre uno spaccato affascinante sulla concezione dell’artista dell’epoca: visionari, sperimentatori, pionieri di processi destinati a influenzare profondamente il futuro dell’arte. L’arte cinetica rifiuta qualsiasi lettura “culturale” dell’opera d’arte concentrandosi sulla fattività puramente ottica dell’opera, voltando le spalle nel modo più totale al concetto canonico dell’arte.
Le agitazioni studentesche degli anni sessanta, soprattutto quelle della rivoluzione parigina del 1968, il cui slogan era “la fantasia al potere” fecero sentire i suoi effetti anche nel mondo dell’arte e soprattutto tra i giovani artisti che creavano i loro primi lavori importanti, si instaurò così un clima di autointerrogazione e radicale messa in discussione delle convenzioni sociali e artistiche.
L’Arte Cinetica italiana fu si un’arte rivoluzionaria, ma non in senso politico come altre correnti dell’epoca, bensì in senso visivo e percettivo. Essa si fondava su alcuni punti cardine quali il lavoro collettivo e l’annullamento della figura dell’artista preso singolarmente, l’anonimia del prodotto e la sua riproduzione in multipli, la partecipazione attiva dell’osservatore, la rinuncia al substrato culturale di stampo borghese come le opere di Casorati o Morandi.
- Getulio Alviani
- Alberto Biasi
Gli esponenti del cinetismo cercavano scientificamente al di là dei sentimentalismi appartenenti a gran parte dell’arte figurativa di allora, di riorganizzare la realtà tramite una sorta di intelligenza raziocinante e geometrica. Quasi degli artigiani matematici del reale.
Questa nuova arte obbligava l’osservatore a confrontarsi con una realtà che egli non era in grado di dominare attraverso la propria cultura o il proprio stato d’animo, potendosi solo interrogare su se stesso e nulla più. Un essere umano che analizzava la consapevolezza della sua visione, un atto quindi puramente estetico e scevro da condizionamenti esterni di natura passatista.
Gli elementi dell’opera d’arte non erano più elementi traducibili in figure, resoconti di storie quotidiane o di emozioni sentimentali, di bellezze di corpi o di visi angelici, ma l’opera d’arte aveva uno scheletro di colori, forme, modulazioni, contrasti pragmatici, risultato di una attenta analisi razionale e calcoli matematici. Un metodo scientifico di creazione della realtà.
- Edoardo Landi
- Enzo Mari
Questi che furono all’epoca gli avversari del tempio cultural borghese dell’arte, hanno creato veri e propri ritagli di esistenza non convenzionale, imponendo un modo provocatorio di “appercezione”. Illusioni ottiche, giochi di forme, effetti di luce, cromatismi, materiali inutilizzati fino a prima di allora, distruggono la tradizionale visione dell’arte.
L’esposizione di MAG diventa quindi di fondamentale importanza per riportare all’attenzione questa corrente, avendo al suo interno almeno un’opera per ciascun esponente di rilievo dell’Arte Cinetica. Questa percorso espositivo ridà valore al lavoro di un movimento artistico spesso relegato dal mondo dell’arte in una zona d’ombra, errore madornale, che potrete asserire voi stessi, vedendo dal vivo queste meravigliose opere “ferme” ma in “movimento”.
(In copertina Bruno Munari)