Il nuovo libro di Bruno Vespa “Perché l’Italia amò Mussolini (e come ha resistito alla dittatura del virus)” è uscito oggi ed è già un caso. In un capitolo il giornalista parla di quello che era successo in quei primi terribili giorni della pandemia a Vo’ e pare ridimensionare il ruolo di Crisanti.
«Quei tamponi sono stati fatti dall’Ulss di Padova per decisione di Zaia» dice la direttrice della Prevenzione della Regione Francesca Russo. «Ero presente e ricordo ogni minimo dettaglio di quella decisione», conferma oggi Domenico Scibetta, direttore generale dell’Ulss 6 di Padova.
E quindi, stando a quello riportato da Vespa, ciò che dice il professor Andrea Crisanti, docente dell’università di Padova, che si attribuisce la strategia veneta contro il contagio e la paternità dei tamponi di Vo’ non sarebbe vero.
Tutta la faccenda è ricostruita attraverso una ricca cronistoria che ricorda un film poliziesco con date, persone ed orari messi in fila per fare ordine: da quello che emerge il primo giro di tamponi sarebbe stato chiesto da Zaia, il secondo era previsto all’interno di studio sugli abitanti di Vo’ finanziato dalla Regione, di cui si era fatto portavoce Crisanti. Ma sul primo decisivo giro di tamponi Scibetta è chiaro: «L’abbiamo fatto noi, parlo da co-protagonista».
Ovviamente la risposta di Crisanti non si è fatta attendere: «Questa lettura è falsa e fuorviante, sto provvedendo a diffidare Vespa. Le prove di come siano andati i fatti sono nelle carte e nello scambio di whatsapp con il governatore. L’8 e il 9 marzo gli ho anticipato i sorprendenti risultati dell’esperimento di Vo’, dove era emersa l’alta quota di asintomatici, e ho proposto di esportare il modello. La mia idea era quella di raddoppiare la capacità di fare tamponi. Ho consigliato di iniziare in tutte le province a testare i cittadini che lamentavano sintomi e tutti i loro contatti».
Sappiamo tutti poi come è andata e rammarica vedere che ci si scanna anche sul Covid, ma lasciando da parte le polemiche, non bisogna dimenticare che i tamponi hanno salvato migliaia di vite e da quel 23 febbraio l’Ulss padovana conferma che sono stati fatti 366.019 tamponi e tanti altri ancora se ne dovranno fare.