Il presidente del Veneto Luca Zaia ha deciso di querelare per diffamazione il comico polesano Natalino Balasso, il quale però ha dichiarato di non conoscerne il motivo: “Zaia ha incaricato già mesi fa i suoi avvocati di chiedere al giudice di indagare su di me, per qualcosa che ho detto o fatto, che evidentemente deve averlo offeso”, ha fatto sapere il comico.
“Adesso io, che a differenza di Zaia non lavoro da un anno, devo mettermi a perdere tempo, non per difendermi da qualcosa, ma solo per capire da cosa dovrei difendermi”, ha scritto Balasso in un post su Facebook, che ha immediatamente raccolto oltre 18mila like. “In ogni caso, non ho soldi, pertanto dovrò accettare la galera”, ha concluso.
E siccome il mistero della querela tendeva ad infittirsi, La Nuova Venezia aveva deciso di passare in rassegna tutti i post del comico su Zaia, praticamente uno alla settimana, senza però ravvisare nulla di così grave da scatenare una querela. Successivamente era stato Il Corriere del Veneto ad individuare in una cosa del 7 maggio 2020 il potenziale post incriminato: una condivisione di un altro post, del sassofonista dei Pitura Freska, Marco Furio Foriere, che ricordava un aneddoto, (poi rivelatosi falso), del periodo in cui Zaia lavorava come PR in discoteca, salvo poi rimangiarsi tutto e rimuovere il post.
All’epoca il pm Moroni decise la citazione in giudizio solo per Forieri e non per chi aveva condiviso il suo post. E, Balasso allora? Il prossimo 18 giugno il Tribunale di Venezia dovrà pronunciarsi sul da farsi: archiviazione o inchiesta per diffamazione.
Nel frattempo Natalino Balasso, furente, sabato mattina ha diffuso sul web un nuovo video, di satira affilatissima, per colpire duro, nel quale Zaia viene descritto come “un re egocentrico, circondato da schiere di servitori”.
Balasso sostiene che il problema di Zaia sarebbero proprio i Veneti, “troppo ossequiosi e riverenti”. Ma attacca il presidente del Veneto anche per il suo modus operandi: “Se Zaia attacca i Cinesi, gli basta chiedere scusa, se uno insulta lui, finisce davanti al giudice, con la differenza che se va male a me, pago io e, se succede a lui, paga la Regione”.
L’entourage del presidente Zaia, contattato da diversi organi di stampa, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione sulla vicenda.