Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, è stato condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione per il crac dell‘istituto di credito vicentino, che con il suo fallimento nel 2017 ha azzerato i risparmi di tante famiglie, venete e non solo.
Veneto Report ha chiesto un commento a caldo all’on. Pierantonio Zanettin, deputato vicentino, avvocato molto noto e profondo conoscitore del sistema bancario veneto, oltre che membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
On. Zanettin come giudica questa sentenza?
“Essere arrivati alla pronuncia di una sentenza di merito per il crac della ex Banca Popolare di Vicenza, deve considerasi un successo civile. È stato un maxi processo con oltre 8000 parti civili e 116 udienze, celebrato, tra l’altro, in tempo di pandemia.
È stata evitata la prescrizione che invece incombe nel procedimento per il crac di Veneto Banca. Credo che la comunità vicentina debba comunque essere soddisfatta di questo risultato”.
Troppo pochi 6 anni e 6 mesi per il principale imputato il presidente Zonin?
“Non ritengo di commentare nel merito quella che è una sentenza di primo grado, senza aver letto le carte ed assistito alle udienze.
Tra l’altro tutti gli imputati hanno già dichiarato che la impugneranno. Per la nostra Costituzione un imputato va considerato non colpevole fino alla sentenza definitiva. Faccio tuttavia notare che la parte più significativa della sentenza ha per oggetto una confisca di quasi un miliardo di euro ai condannati e risarcimenti ingenti alle parti civili“.
I piccoli azionisti potranno quindi ottenere dei risarcimenti ?
“Non sono in grado di dire se in concreto i patrimoni dei condannati siano capienti al punto da coprire gli obblighi civili, ma certamente almeno sul piano morale i piccoli azionisti trovano conforto alle loro ragioni con questa sentenza“.