Non era mai successo in oltre 500 anni di storia e tradizione, ma purtroppo, a fronte dell’impennata di contagi da coronavirus, il sindaco, Edoardo Gaffeo, dopo una serie infinita di incontri, valutazioni e trattative, non ha potuto che ammettere l’evidente impossibilità di salvare la 538ª edizione della manifestazione, in programma dal 23 al 27 ottobre.
Con oltre 300 bancarelle e una media di 30 mila visitatori al giorno, nonostante tutte le ipotesi vagliate, le difficoltà tecnico-organizzative da affrontare per il rispetto delle norme di distanziamento e anti-assembramento, hanno reso lo svolgimento della fiera impossibile.
Già nella mattinata di ieri, quando si era riunito il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica della Prefettura, per valutare l’opportunità di dare il via libera alla Fiera, si era capito quanto la situazione fosse complicata. Nel pomeriggio poi, l’intervento dell’assessore al Commercio, Patrizio Bernardinello, aveva spento ogni residua speranza, parlando di corsa ad ostacoli e spiegando che, pur capendo l’importanza della manifestazione per i venditori ambulanti, la priorità doveva rimanere la sicurezza.
Alla fine il sindaco Gaffeo non ha potuto fare altro che bloccare la Fiera e il Lunapark.
La storia della Fiera di Rovigo comincia nel lontano 1482, quando la città passa sotto il controllo della Serenissima, diventando subito una delle manifestazioni più importanti del Veneto. La data, sempre attorno al 20 di ottobre e la durata di otto giorni circa.
Le bancarelle venivano allestite in piazza o sotto i portici e il mercato dei bovini e dei cavalli, fuori dalla porta di San Francesco.