All’indomani del nuovo dpcm le Regioni sollevano le prime preoccupazioni. Il governo aveva ascoltato le richieste dei governatori, ma non sempre ha tenuto in conto le richieste che erano state sollevate.
Una di queste, che accomuna molte realtà, è la gestione dei trasporti che sono saturi, ed impediscono di coniugare salute pubblica ed efficienza del servizio. A questo proposito, oggi si terrà una riunione preliminare al ministero dei Trasporti e in seguito la Conferenza delle Regioni farà le dovute valutazioni.
Il ministro della Salute, Speranza, sottolinea che “ora il contagio è in tutto il Paese” e chiede soluzioni condivise, ma un altro argomento che mette le Regioni contro il Roma, è la didattica a distanza. I governatori chiedono che si torni ad usare per decongestionare i trasporti, ma Conte sostiene la ministra Azzolina affinché: “le scuole rimangano aperte”.
“Le misure adottate in queste ore dal Governo sul versante sanità rispondono a richieste e sollecitazioni che le Regioni avevano rivolto all’esecutivo nei giorni scorsi, in particolar modo per quanto riguarda l’allargamento dei test utilizzabili per un’efficace e più ampia azione di prevenzione e per quel che concerne il restringimento dei previsti periodi di quarantena e la previsione del tampone unico negativo per certificare la fine del periodo di contagiosità”, ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
Ma Bonaccini ha anche spiegato che: “Rispetto al DPCM la Conferenza delle Regioni ha espresso un parere condizionato ad alcune osservazioni già inviate al Presidente del consiglio Giuseppe Conte e ai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia“.
Si tratta di proposte che sottolineano la necessità di:
– prevedere adeguate forme di ristoro per i settori e le attività economiche che saranno interessati dalle limitazioni introdotte dal decreto;
– chiarire e circostanziare al meglio gli ambiti del concetto di “festa” su cui si soffermano alcune disposizioni del provvedimento;
– verificare le misure previste in relazione agli aspetti concernenti il trasporto pubblico locale, approfondendo lo scenario di contesto.
“Per quanto riguarda il tema dei palazzetti dello sport o gli stadi abbiamo ottenuto quelle che erano le nostre ordinanze con deroga e quindi: fino a mille persone, nell’uno e nell’altro caso, potranno entrare – ha spiegato Bonaccini – laddove la capienza lo permette. Ma invece che solo 200 al chiuso si potrà attivare quel 15% della capienza totale che tratta i luoghi allo stesso modo. È importante per avere un po’ di pubblico in piena sicurezza”.
Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, sottolinea con “dispiacere che le osservazioni delle Regioni non sono state sempre accolte: faccio un esempio che può sembrare marginale, quello dei matrimoni. Noi chiedevamo una misura di salvaguardia, chi ha già organizzato il matrimonio per il prossimo sabato e domenica come fa a ridurre di punto in bianco gli invitati?” e poi dal punto stampa della protezione civile di Marghera rilancia: “Ma ben più importante è l’aspetto economico di questo Dpcm: capisco la volontà di salvaguardare la salute dei cittadini, ma dietro ad ogni provvedimento restrittivo ci deve essere un provvedimento economico di sostegno per quelle attività: i sacrifici devono essere remunerati. E faccio, il solito esempio, del mondo delle discoteche: se è un settore che non può riaprire deve essere sostenuto economicamente”. E precisa che: “Le Regioni hanno presentato un documento correttivo, ma assolutamente collaborativo per modificare in parte quanto previsto da questo Dpcm, che quindi non considero chiuso ma solo una metà del guado”.